di Andrea Lorentini
AREZZO
Arbitro bestemmia in campo e ironizza verso un altro arbitro e rimedia ben 5 giornate di squalifica. Si potrebbe pensare ad un errore o ad uno scherzo ed invece non lo è. La vicenda, per molti versi surreale, è accaduta nel campionato Allievi provinciali under 17, durante la partita tra la Fortis Arezzo e i pari età del Cortona Camucia di domenica 22 ottobre finita 3-0 per gli ospiti.
Il protagonista, in negativo, del fatto finito con la sanzione da parte del giudice sportivo, è un calciatore della formazione aretina, ma al tempo stesso e - qui entra in gioco il lato paradossale e curioso della storia - è anche un arbitro della sezione di Arezzo grazie al regolamento introdotto negli ultimi due anni che permette a ragazze e ragazzi, di diventare arbitri di calcio continuando anche a giocare nelle rispettive società.
Un doppio tesseramento a tutti gli effetti che recentemente il Consiglio Federale della Figc ha esteso fino al compimento del 19esimo anno per permettere ai ragazzi di praticare calcio nella doppia veste e scegliendo in seguito quale strada intraprendere. E’, appunto, il caso del 16enne della Fortis che alterna le partite con la maglia della propria squadra e quelle che dirige con il fischietto in bocca e la divisa della sezione arbitri di Arezzo. Nell’occasione quindi è stato il collega arbitro ad espellerlo dal terreno di gioco per aver proferito "un linguaggio blasfemo" come si legge nel bollettino.
Le motivazioni del giudice sportivo poi proseguono spiegando che "mentre lasciava il terreno di gioco si complimentava in modo ironico con il direttore di gara e nel contempo lo applaudiva".
Ma le curiosità non finiscono qui. Già perchè due sono stati compagni nell’ultimo corso arbitri e, sicuramente, non avrebbero mai immaginato di ritrovarsi in questa situazione.
Oltre allo stop come calciatore, adesso il ragazzo rischia anche una lunga sospensione dall’attività arbitrale. Per la cronaca, nella stessa partita degli allievi, sono state comminate squalifiche pesanti di alcuni mesi ad un dirigente della Fortis Arezzo e a un altro calciatore. Quando fu introdotto il doppio tesseramento venne motivato con l’obiettivo di portare cultura calcistica all’interno delle sezioni arbitrali e dall’altro di diffondere le regole del gioco del calcio nelle società.
Un fine nobile per promuovere e favorire la cultura sportiva tra i giovani atleti, ma che in questo caso ha, invece, sortito un effetto boomerang.