Anziani ’in pericolo’, chiusa una casa di cura

Ordinanza sindacale: Struttura priva dei necessari requisiti di assistenza socio sanitaria. Ma la società risponde: C’è un errore, venga l’Asl

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A distanza di circa due mesi una nuova ordinanza di chiusura di una struttura sociale per anziani, questa volta in zona Giotto. La residenza ospitava otto persone che, si legge nell’ordinanza, "versano in condizione di non autosufficienza, che la struttura è aperta nelle 24 ore, con personale presumibilmente inadeguato all’assistenza ed alle cure e che in tale contesto dovrebbe operare nell’ambito dell’alta intensità assistenziale ed organizzativa, così da sopperire l’estrema fragilità degli ospiti". Ma sull’intervento della polizia municipale e sulla decisione di Palazzo Cavallo arriva la presa di posizione della società che gestisce la struttura. L’amministrattrice si è rivolta allo studio legale Giannotti e ha già inviato al comune una nota, con gli allegati, spiegando innanzitutto che c’è stato un errore visto che non si tratta di una Rsa che deve avere personale sanitario ma di una casa-famiglia e che gli anziani sono tutti autosufficienti. Si chiede quindi la revisione del provvedimento con contestuale eventuale ispezione dell’Asl, ritenuto l’organo idoneo a svolgere la verifiche sugli anziani ospiti che, comunque allo stato, in attesa degli sviluppi sono rinmasti ospitati in via Giotto.

Nelle motivazioni che hanno portato alla richiesta di chiusura, poi eseguita è scritto, in particolare: "Considerato che nel caso di specie, in assenza di specifica autorizzazione al funzionamento, siamo in presenza di una situazione di pericolo per gli ospiti della struttura in quanto privi dei necessari requisiti di assistenza socio-sanitaria e si ritiene pertanto necessario procedere alla chiusura della struttura, dando nel contempo un congruo periodo di venti giorni per la ricollocazione degli ospiti". Non è la prima volta che accade e nello specifico è la seconda nel giro di poco tempo gestita dalla medesima società che in quel caso ospitava dieci anziani, la maggior parte non autosufficienti e senza l’autorizzazione prevista dalla legge regionale. Anche allora, come oggi, tutto era iniziato con un sopralluogo da parte degli agenti guidati dal capitano Aldo Poponcini.

Un fatto che ancora una volta apre un capitolo davvero complesso e che diventerà con una aspettativa di vita alta, sempre più prioritario. L’universo dell’accoglienza degli anziani è molto vasto, ma necessita innanzitutto fare una distinzione tra strutture accreditate e quelle non accreditate. L’accreditamento è strettamente necessario qualora vengano ospitati degli anziani non autosufficienti, in caso contrario scatta la violazione.

I passaggi per ottenere l’accreditamento iniziano con la richiesta alla conferenza dei sindaci che esprime un parere non vincolante, e poi la richiesta alle Usl che necessita il rispetto di parametri molto vincolanti. Fatto l’accreditamento, la Rsa entra in una sorta di tabulato regionale ed in sostanza un anziano residente in Toscana può decidere di andare in una residenza che si trova in un comune diverso dal suo, ma comunque nella stessa regione. Ma qui il nodo da sciogliere innanzitutto è proprio legato alla ’qualifica’ della struttura e alla verifica delle condizioni degli ospiti.

Poi c’è tutto un mondo di strutture private e non accreditate che ospitano anziani autosufficienti. Se pero’ a seguito di una indagine emerge che in tali strutture risiedono anziani che necessitano di una adeguata assistenza socio-sanitaria ecco che si può arrivare alla chiusura.