Ancora mille contagi al giorno Siamo cinquantesimi in Italia

Quasi 15mila cittadini chiusi in casa: positivi o contatti stretti di contagiati

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di Alberto Pierini

Re Covid recalcitra, resiste ma arretra alla prova del fuoco dei dati. Anche se ieri si issa di nuovo oltre i mille contagi al giorno, sia pur di poco (sono 1010 nel conteggio). Anche se Gimbe, l’osservatorio autonomo che ogni giorno misura la "febbre" alla pandemia, ci inchioda di nuovo dalla parte dei cattivi. Sono 51 le province nelle quali la media dei contagi è sopra i duemila ogni centomila abitanti. Nel nostro caso 2012, quindi anche qui di un soffio. Ma comunque la nostra situazione è decisamente migliorata. Eravamo fino a due settimane fa nella top ten italiana, ora siamo cinquantesimi. E davanti c’è anche una bella fetta della Toscana: Livorno, Firenze, Pistoia, Pisa, Prato e perfino Grosseto.

Ma restano degli elementi pesanti. Uno è quello degli aretini chiusi in casa per il Covid, o in quanto positivi o in quanto quarantenati come contatti stretti. Il totale fa 14646: quasi quindicimila persone che non possono uscire, aspettano la spesa sullo zerbino davanti alla porta, appesi alle richieste dei tamponi o alle comunicazioni della Asl.

Quasi un aretino su venti costretto lontano dal lavoro o dalla scuola o da chissà altro. Un numero che fa impressione a fronte dei sintomi attuali del Covid: al 95% dei casi e passa un po’ di raffreddore e qualche colpo di tosse. Una situazione surreale. Alla quale si incrociano altre variabili. Una sono i contagi a scuola: ieri altri 300, facendo lievitare dell’altro il numero delle quarantene e dei ragazzi costretti nella didattica a distanza. O almeno delle classi in didattica mista, metà in aula e metà a casa al computer.

L’altro semaforo è quello dell’ospedale. Il numero dei pazienti è stabile, 46 contro 45 cambia poco. Però risalgono i ricoveri in terapia intensiva, erano scesi a sei e ieri sono tornati a nove. Restano stabili i Covid per caso. Elemento intorno al quale si gioca un’altra partita. Spesso e volentieri si riferisce a chi era entrato in ospedale per un intervento programmato. Ti scoprono positivo, torni a casa becco e bastonato e soprattutto non sai quando potrai recuperare quell’intervento per il quale avevi strappato una sudatissima data.

Al quale si oppone la vaccinazione, che in questo momento si concentra soprattutto verso i più piccoli, i bambini dai 5 agli 11 anni. Parte nelle prossime ore il fuoco di fila di iniziative, dai camper vaccinali agli open days negli hub.