Amedeo Carboni: "Coronavirus, barricato in casa a Barcellona"

L'ex calciatore aretino risiede in Spagna con la famiglia

Amedeo Carboni

Amedeo Carboni

Arezzo 21 marzo 2020 - Un grido di allarme di Amedeo Carboni, un grande aretino che vive in Spagna: «Il Coronavirus è stato inizialmente sottovalutato, anzi ci hanno preso in giro tanto che ora paghiamo duramente le conseguenze e il peggio purtroppo deve ancora arrivare». Carboni, il più grande calciatore nato ad Arezzo, parla dalla splendida Barcellona dove vive da pochi anni dopo venti trascorsi a Valencia in una città che gli rimarrà sempre nel cuore per il calcio ma non solo. Amedeo adesso è socio della Molca World, azienda proprio di Valencia che costruisce e ristruttura stadi, tanti in Spagna, tra cui quello dell’Atletico Madrid, ma anche all’estero. Amedeo continua: «So benissimo che in Italia la situazione è drammatica, soprattutto in certe regioni, in particolare la Lombardia, mi sento con fratelli e sorella, ma dopo fatali incertezze all’inizio, adesso il problema è stato preso di petto, ci sono provvedimenti restrittivi duri quanto necessari, perché altrimenti non se ne viene mai fuori. Il mio pensiero va a chi soffre». E in Spagna? «Come ho detto prima, la situazione è delicatissima. Ci sono già stati tanti morti, molti contagi e tutto purtroppo lascia pensare che siamo destinati a un periodo di sofferenza. Non è possibile essere arrivati a questo punto, il problema è stato eccessivamente sottovalutato per troppi giorni, e quando si è presa coscienza era tardi, molto tardi, questo maledetto virus può colpire ovunque e chiunque. Inoltre il Governo non sta nemmeno prendendo provvedimenti adeguati per aiutare aziende, imprese, famiglie, meglio l’Italia sotto questo punto di vista anche se si può sempre fare di meglio. Ma possibile che il Ministero della salute spagnolo non si sia sentito con quello italiano?». Ma come vive Amedeo Carboni questo drammatico periodo a Barcellona? «Sono con mia moglie e mio figlio Marco che ha 15 anni e ora che hanno chiuso le scuole sta a casa anche lui. Da soli possiamo uscire, ma anche per uniformarci con l’Italia preferiamo stare a casa e usciamo solo per necessità e poi credo che verranno prese misure più restrittive visto che il virus è un nemico invisibile quanto subdolo che avanza. Un’altra figlia vive qui a Barcellona col fidanzato, mentre altre due sono a Londra e una Madrid. Siamo sempre in contatto ovviamente. ma è chiaro che siamo sempre molto preoccupati». A febbraio un viaggio di lavoro in Messico... «Ristruttureremo l’Azteca dove ci saranno partite dei mondiali 2026 ma in quel momento non c’era sentore di quello che purtroppo sarebbe successo». Cresce la preoccupazione... «Sì, anche in Spagna, di giorno in giorno, di ora in ora. I morti e i contagi aumentano senza tregua. Sì è ovviamente normale ci sia preoccupazione e poi non si sa quando vedremo la luce in fondo al tunnel. Chi pensava di trovarsi in una situazione simile». Tra i fratelli di Amedeo Carboni c’è Guido, ex calciatore anche lui, poi allenatore: «Guido come tutti vive un periodo particolare, difficilissimo, ma almeno passa il tempo facendo l’agricoltore a Chiassa Superiore».