La lettera è partita ieri mattina da Palazzo Cavallo all’indirizzo della Regione. Il destinatario è l’assessore alla sanità Simone Bezzini al quale gli amministratori aretini con in testa il sindaco Alessandro Ghinelli e la vicesindaco Lucia Tanti chiedono un incontro urgente sul rischio "default" del sistema dell’emergenza e urgenza. Le associazioni di volontariato sono in grave difficoltà per via dei rincari e in queste condizioni, garantire turni e ambulanze in città e nelle vallate, diventa sempre più difficile. E i contributi che arrivano da Firenze non bastano più: coprono a malapena la metà delle spese raddoppiate (dal carburante alla manutenzione delle ambulanze, solo per citare due voci che pesano sui bilanci), lamentano Misericordia, Croce Rossa e Anpas. L’effetto immediato è la riduzione dei servizi e, in prospettiva, l’aggravamento del quadro fino, in alcuni casi, alla chiusura. Temi al centro del vertice convocato qualche giorni fa dal Comune insieme ai sindaci che presiedono le zone sanitarie aretine e le associazioni che hanno dettagliato difficoltà e delineato prospettive da qui a giugno.  Per tutti è urgente che la Regione riveda i contributi previsti dalla convenzione con i sodalizi. E’ anche per questo che il Comune è capofila dell’iniziativa con la Regione.  "E’ stata chiara la volontà dei sindaci della zona aretina: non è più rinviabile un intervento che ponga rimedio alle gravissime difficoltà in cui versano le pubbliche assistenze, difficoltà che rischiano di compromettere i servizi essenziali e irrinunciabili per il settore sociosanitario", avverte la vicesindaco Tanti. La riunione della Conferenza sociosanitaria "ha evidenziato tutte le criticità e le difficoltà in cui versano Croce Bianca, Croce Rossa e Misericordia, direttamente esposte dai responsabili delle associazioni presenti. Da qui, la decisione di scrivere all’assessore regionale Bezzini con la richiesta di un incontro urgente aperto a tutti i sindaci, i presidenti delle conferenze socio-sanitarie e le pubbliche assistenze per conoscere le soluzioni che la Regione intende mettere in campo al fine di scongiurare il blocco del servizio sia di emergenza urgenza che del trasporto sociale. La lettera è partita: ci auguriamo una risposta in tempi brevi".  Fin qui la sollecitazione alla Regione degli amministratori che condividono le preoccupazioni del volontariato e, ciascuno nei rispettivi territori, teme che si possa verificare los cenario che tutti vogliono scongiurare. Non è solo il tema dell’emergenza e urgenza, ma pure il futuro - quello dei prossimi mesi - per i servizi socio-santari, strategici in ogni comunità. Anche in questo campo, le associazioni di volontariato coprono una serie di attività che vanno dal trasporto dei pazienti nelle strutture riabilitative, al trasferimento da e per l’ospedale, l’accompagnamento dei più fragili e dei disabili nei centri specializzati per cure o attività di socializzaione. Si tratta di servizi essenziali alle persone e anche solo immaginare che possano subire riduzioni o limitazioni apre orizzonti inquietanti in ogni territorio.  Da parte loro, Misericordia, Croce Rossa e Anpas continuano a ripetere - ormai da sette mesi - che "non c’è più tempo, così non ce la facciamo più".  E mentre alcune ambulanze restano in garage per turni di 12 ore in città e in alcune zone della provincia, tutti attendono che la Regione batta un colpo. Lucia Bigozzi

Cronaca

La lettera è partita ieri mattina da Palazzo Cavallo all’indirizzo della Regione. Il destinatario è l’assessore alla sanità Simone Bezzini al quale gli amministratori aretini con in testa il sindaco Alessandro Ghinelli e la vicesindaco Lucia Tanti chiedono un incontro urgente sul rischio "default" del sistema dell’emergenza e urgenza. Le associazioni di volontariato sono in grave difficoltà per via dei rincari e in queste condizioni, garantire turni e ambulanze in città e nelle vallate, diventa sempre più difficile. E i contributi che arrivano da Firenze non bastano più: coprono a malapena la metà delle spese raddoppiate (dal carburante alla manutenzione delle ambulanze, solo per citare due voci che pesano sui bilanci), lamentano Misericordia, Croce Rossa e Anpas. L’effetto immediato è la riduzione dei servizi e, in prospettiva, l’aggravamento del quadro fino, in alcuni casi, alla chiusura. Temi al centro del vertice convocato qualche giorni fa dal Comune insieme ai sindaci che presiedono le zone sanitarie aretine e le associazioni che hanno dettagliato difficoltà e delineato prospettive da qui a giugno. 
Per tutti è urgente che la Regione riveda i contributi previsti dalla convenzione con i sodalizi. E’ anche per questo che il Comune è capofila dell’iniziativa con la Regione. 
"E’ stata chiara la volontà dei sindaci della zona aretina: non è più rinviabile un intervento che ponga rimedio alle gravissime difficoltà in cui versano le pubbliche assistenze, difficoltà che rischiano di compromettere i servizi essenziali e irrinunciabili per il settore sociosanitario", avverte la vicesindaco Tanti. La riunione della Conferenza sociosanitaria "ha evidenziato tutte le criticità e le difficoltà in cui versano Croce Bianca, Croce Rossa e Misericordia, direttamente esposte dai responsabili delle associazioni presenti. Da qui, la decisione di scrivere all’assessore regionale Bezzini con la richiesta di un incontro urgente aperto a tutti i sindaci, i presidenti delle conferenze socio-sanitarie e le pubbliche assistenze per conoscere le soluzioni che la Regione intende mettere in campo al fine di scongiurare il blocco del servizio sia di emergenza urgenza che del trasporto sociale. La lettera è partita: ci auguriamo una risposta in tempi brevi". 
Fin qui la sollecitazione alla Regione degli amministratori che condividono le preoccupazioni del volontariato e, ciascuno nei rispettivi territori, teme che si possa verificare los cenario che tutti vogliono scongiurare. Non è solo il tema dell’emergenza e urgenza, ma pure il futuro - quello dei prossimi mesi - per i servizi socio-santari, strategici in ogni comunità. Anche in questo campo, le associazioni di volontariato coprono una serie di attività che vanno dal trasporto dei pazienti nelle strutture riabilitative, al trasferimento da e per l’ospedale, l’accompagnamento dei più fragili e dei disabili nei centri specializzati per cure o attività di socializzaione. Si tratta di servizi essenziali alle persone e anche solo immaginare che possano subire riduzioni o limitazioni apre orizzonti inquietanti in ogni territorio. 
Da parte loro, Misericordia, Croce Rossa e Anpas continuano a ripetere - ormai da sette mesi -
che "non c’è più tempo, così non ce la facciamo più". 
E mentre alcune ambulanze restano in garage per turni di 12 ore in città e in alcune zone della provincia, tutti attendono che la Regione batta un colpo.
Lucia Bigozzi

Ambulanze, attività appese  al vertice con la Regione    

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