Alpe di Poti, scoperta e sequestrata attività abusiva per la produzione di legno

I reati ipotizzati vanno dalla illecita gestione di rifiuti, alle emissioni non autorizzate fino alla dispersione sul suolo di rifiuti liquidi

Sequestro

Sequestro

Arezzo, 27 luglio 2022 - Nei giorni scorsi i Carabinieri della Sezione di P.G. della Procura di Arezzo hanno sottoposto a sequestro preventivo d’urgenza una "piazzola" temporanea per la movimentazione del legname all’interno della  quale due società specializzate in utilizzazioni boschive operanti nell’Alpe di Poti avevano allestito un produzione industriale del cippato di legno in assenza di autorizzazione; tant’è che molti residenti della zona avevano lamentato emissioni diffuse e sonore evitabili solo in presenza di attività lecite.

In particolare i militari, coadiuvati dal dipartimento Arpat di Arezzo, dopo aver constatato che una superficie a fondo naturale di circa 22.000 metri quadrati, in corrispondenza di un noto albergo della zona che doveva essere deputata alla sola ricezione e movimentazione del legname derivante da utilizzazioni boschive, era stata invece trasformata in un vero e proprio ciclo produttivo industriale per la produzione del cippato di legno mediante la realizzazione di stoccaggi di migliaia di metri cubi dello stesso con impiego di 4 veicoli professionali e operai, ha interrotto qualsivoglia operazione apponendo i sigilli sull’intera superficie e su quanto contenuto all’interno della stessa.

Il Giudice per le indagini preliminari, ha convalidato il sequestro preventivo d’iniziativa dalla polizia giudiziaria ritenendo sussistenti i reati ipotizzati che vanno dalla illecita gestione di rifiuti, alle emissioni non autorizzate fino alla dispersione sul suolo di rifiuti liquidi. In particolare lo stesso Giudice ha ritenuto che la raccolta, lo stoccaggio e la trasformazione (cippatura) del legno, eseguita con mezzi professionali costituisse una attività industriale non autorizzata dalla legge forestale regionale che consente gli imposti temporanei o permanenti per la sola ricezione di legname pronto per la vendita o per il carico su camion e non per la sua destinazione ad una lavorazione industriale.

 Ma non solo - prosegue il Giudice – non può trovare applicazione neppure il disposto che consente la gestione del materiale vegetale al di fuori della normativa sui rifiuti dal momento che la lavorazione contestata, determinando un pericolo per l’ambiente e per la salute delle persone, non permetteva di invocare tale regime di favore. Infatti conclude il Giudice il carattere industriale della lavorazione avrebbe imposto il rilascio di un’autorizzazione e la predisposizione di misure necessarie al contenimento delle emissioni.