Alle urne ma al piccolo trotto

Affluenza giù, alle 23 sotto il 48%. Però stavolta c’è la coda del lunedì

di Alberto Pierini

Entra in cabina con il cane: non è vietato e del resto di sicuro non è di quelli che sbirciano la scheda o suggeriscono un nome rispetto all’altro. Ma mentre la padrona era impegnata a scrivere, lui tirava il guinzaglio per uscire. No, non sono elezioni per cani, anche se sono gli unici ammessi nel seggio senza mascherina. Per gli altri è obbligatoria. Un tour de force da fare invidia a chi va al cinema o a teatro con la "museruola" fissa.

Non c’è la corsa alle urne, sia chiaro. E’ vero che si vota in due giorni e questo sfalsa qualunque tipo di stima. Ma in attesa di capire quanti oggi si toglieranno lo sfizio di scegliere il sindaco o il governatore, a ieri le percentuali erano lontane dalla partecipazione di massa. E lontane anche da quella minima.

Per l’intera giornata l’afflusso resta sotto le elezioni del 2015, tra le più disertate della storia aretina. Alle 19 eravamo a 36,7% contro 42,4. E confronti più imbarazzanti con le politiche (64,3%) e con le europee (54,3%"). In serata alle 23 sotto il al48%, quindi a nove punti da cinque anni fa. Nella media della regione, beninteso, ma qui si vota per il Comune e almeno un pizzico di interesse avremmo potuto fingerlo. L’unico capoluogo a caccia del sindaco eppure bruciato sul filo di lana dell’affluenza da Firenze & c. Non è, ripetiamo, una sentenza definitiva: il voto al lunedì sposta tutte le previsioni.

E del resto l’affluenza così così e le code sono andate a braccetto. Con punte particolari in via Tricca, cosa che farà leccare i baffi all’attuale sindaco, la cui coalizione ha sempre pescato in zona Giotto i "pesci" più grossi. Code Covid: le distanze sociali e i preliminari sono infiniti.

E la gente a tratti è arrivata oltre il cancello esterno della scuola: perfino alle 7, conferma la polizia municipale, era insieme a via Alfieri il seggio più gettonato. All’interno tutto sembra filare liscio, tra il dovere democratico e la festa in maschera, anzi in mascherina, calata solo per il riconoscimento "facciale" della carta d’identità. I seggi i loro grattacapi li avevano avuti alla vigilia, complice la "fuga" dei presidenti, subito parata: paura contagio o paga troppo bassa? Il "referendum" tiene banco, più di quello istituzionale. L’affluenza è quella che è, per fortuna sua non deve fare i conti con il quorum. In provincia la media alle 19 si attestava al 36,4%. Tra i comuni grossi spiccava S.Giovanni sopra il 40%. Alle 23 oltre il 50% anche Cavriglia, Pratovecchio e C.Fibocchi. I più lontani con Foiano i comuni "di montagna".

Comunque dappertutto un voto al piccolo trotto. I candidati bruciano le tappe. La prima al traguardo è Laura Bottai, degli otto aspiranti l’unica a non potersi votare, vivendo a Cavriglia. Gli altri seguono a ruota. Butali (bontà sua...) è tra i pochi a "concedersi" al fotografo anche senza mascherina A S.Firmina entrano in cabina in mezz’ora Luciano Ralli e Marco Donati, rischiando di incrociarsi. Ghinelli vota in via Tricca insieme al figlio (coprotagonista di uno spot per il babbo), sorbendosi anche la coda. Tutti restano in cabina pochi secondi: che avessero già deciso? Da stamani alle 7 si riparte, nei seggi e allo Sportello unico per duplicare il certificato. C’è chi lo cambia a ogni consultazione, a metà tra la distrazione e l’hobby. E a dritto fino alle 15: a quell’ora seggi chiusi e spoglio. Per mezz’ora fingeremo di interessarci ancora di affluenza: poi basta. Quando arriva il pollo, i salatini escono dalla dieta...