Agazzi, riabilitazione quasi svuotata: ma su 25 degenti c'è solo un positivo

Oggi dovrebbe esserci l'esito dei tamponi sul resto dei dipendenti. Restano due anziani ricoverati in attesa di soluzioni. Ancora non risolta la questione mascherine

L'interno dell'istituto

L'interno dell'istituto

Arezzo, 29 marzo 2020 - Buone notizie, sia pur al contagocce, da Agazzi: sui 25 degenti del reparto di riabilitazione in 24 sono negativi. Un dato importante: nelle sedici camere del centro di riabilitazione il virus non sembra aver attecchito

Per il personale ancora altri risultati non ci sono, dovrebbero arrivare già oggi. Ma intanto per tutti gli ospiti è stata disposta la quarantena. Il termine in genere sono i quattordici giorni che intercorrono tra la possibilità del contatto stretto con i soggetti positivi, in questo caso soprattutto i due dipendenti, visto che il degente era stato dimesso circa una settimana prima di scoprire di essere stato contagiato.

Quarantena che i più faranno a casa. Ventidue dei ricoverati sono stati riportati in famiglia, l'altra sera ambulanze e macchine facevano la spola dal centro. Due dei pazienti hanno invece problemi logistici pesanti per poter accogliere in casa i propri congiunti in questa fase. L'istituto sta cercando una soluzione alternativa, finché non la troverà la palazzina nuova sulla sinistra del complesso rimarrà aperta.

Anche se nelle stanze libere è già iniziata la fase di sgombero dei letti, dei materassi e degli infissi. Il via ad una sanificazione dei locali che nei progetti di Agazzi dovrebbe essere completata nel giro di quindici giorni.

Intanto però il centro non ha ancora risolto il problema delle mascherine e dei dispositivi di protezione, finora affrontato con soluzioni di fortuna, comprese le famose mascherine cucite e fatte in casa, secondo la denuncia dei sindacati e che i responsabili del centro hanno ammesso. Sono stati presi contatti con la Regione per poter avere una fornitura stabile di questi strumenti in tempi brevi.

Fondamentale,perché il contagio è ancora in corso e ci sono da tutelare gli oltre cento giovani e meno giovani che sono accolti nella parte storica dell'istituto, nella speranza che non emergano casi positivi in quel settore, cosa che potrebbe essere dirompente. Intanto la vicenda procede un passo alla volta: e aspetta dallì'ufficio di igiene il semaforo verde sui tamponi già eseguiti e il cui risultato dovrebbe essere imminente.