La strage dei volontari: cade aereo in Etiopia, morti un medico aretino e la moglie

Carlo Spini, 75 anni, e Gabriella Vigiani tra le 157 vittime. Lui dottore a lungo a Sansepolcro, impegnato da sempre negli aiuti umanitari. Il dolore del sindaco

Carlo e Gabriella e il recupero dell'aereo

Carlo e Gabriella e il recupero dell'aereo

Arezzo, 11 marzo 2019 - C'è anche anche una coppia di aretini tra i morti nell'incidente aereo dell'Ethiopian Airlines caduto ieri mattina intorno alle 6 vicino Addis Abeba dopo 6 minuti dal decollo: le vittime sono Carlo Spini, 75 anni, e la moglie Gabriella Vigiani. Spini ha lavorato a lungo come medico all'ospedale di Sansepolcro, da sempre attivissimo nelle missioni umanitarie. 

Carlo Spini e la moglie Gabriella Vigiani
Carlo Spini e la moglie Gabriella Vigiani

All'inizio è soltanto una notizia dall’eco lontana che campeggia sui Tg del mattino e nei siti dei giornali: un altro aereo caduto, stavolta in Etiopia, con 150 morti di chissà dove. E chi l’avrebbe mai pensato che in questa ecatombe quasi all’altro capo del mondo ci fossero di mezzo due aretini d’adozione dal cuore grande così? Due che la pensione la passavano spendendosi per le popolazioni più disperate dell’Africa più povera e arretrata?

Si scopre tutto all’ora di pranzo, quando arrivano i primi lanci d’agenzia: fra le vittime c’è una coppia di Arezzo, in volo per conto di una Onlus di Bergamo. Poi il quadro si precisa nel giro di un’oretta. Nel volo maledetto partito da Addis Abeba per Nairobi c’erano anche il dottor Carlo Spini, di Sansepolcro, e la moglie Gabriella Vigiani, lui è dall’aprile 2018 il presidente di «Africa Tremila», la onlus di Bergamo, lei una collaboratrice preziosa nel volontariato, oltre che compagna di vita.

In realtà, come racconteranno poi da Bergamo, Andrea, il figlio più grande di una coppia che è anche di nonni, il presentimento di quanto poteva essere successo lo ha fin dal mattino, dalle prime notizie sul volo finito in tragedia. Chiama subito il presidente onorario della Onlus Roberto Spagnolo e chiede notizie sul piano di volo dei genitori. Quello che gli dicono gli dà la conferma dei primi sospetti, anche se la speranza è sempre l’ultima a morire.

Finirà tutto quando trapelano le prime conferme sui nomi delle vittime. Un particolare che aggiunge dolore al dolore: il dottor Spini e la moglie erano volati da Roma ad Addis Abeba sabato pomeriggio. In mattinata l’ultimo incontro con i figli: un saluto e un ci vediamo presto. Chi poteva pensare a cosa stava per succedere?

Finora, da Sansepolcro, nessuno dei quattro figli è ancora partito per l’Africa, dove dovrebbe volare invece proprio Spagnolo. E’ terreo il presidente onorario: «Con Carlo e Gabriella abbiamo volato in Africa con gli aerei più sgangherati, è assurdo morire così, in un volo di linea, con un velivolo moderno». Ma tant’è. Il dottor Spini e la moglie la passione per il continente nero e il volontariato l’avevano scoperta una decina di anni fa, dopo che lui era andato in pensione e aveva chiesto indicazioni ai missionari comboniani, da sempre impegnati in Africa, che gli avevano dato il nome di «Africa Tremila».

Coi figli Andrea, Francesco, Marco ed Elisabetta ormai grandi e sistemati, i voli e le missioni si erano fatti sempre più frequenti. In Valtiberina, Spini e la signora erano arrivati nei primi anni ’70, lui come medico condotto a Pieve Santo Stefano, impegnato anche nel locale ospedale, poi fuso in quello di Sansepolcro, di cui era diventato un internista e soprattutto un fisiatra di punta. Lei era stata a lungo la caposala del reparto di ostetricia, per poi dedicarsi interamente alla famiglia e ai figli.

«Perdiamo due persone magnifiche e infaticabili, dice la dottoressa Paola Vannini, a lungo collega di Spini e ora assessore a Sansepolcro. «Testimoni di pace e trascinatori», li ricorda il sindaco Mauro Cornioli. E' commosso il suo ricordo: "Lo conoscevo, era una bellissima persona e una volta andato in pensione si era dedicato agli aiuti umanitari in Africa. Siamo vicini ai figli e a none di tutta l'amministrazione esprimo il dolore di tutta la cittadinanza"