
Lalla Morini
Arezzo 12 aprile 2020 - Succedeva ogni settimana. Dopo cena Silvano Grandi si metteva al pianoforte del Tastevin in via De Cenci e iniziava la serata. Alla voce lei, Lalla Morini, che tutti chiamavano Lalla Fitzgerald per le sue noti potenti e calde. Una coppia che animava le notti aretine trasformandole in un club elegante e sofisticato. Erano gli anni Ottanta, il jazz cominciava a farsi sentire e il mondo dello spettacolo nazionale diventava più vicino e familiare. Lalla Magi Meconi Morini, vedova di Daniele Morini, che se ne è andata a 82 anni, circondata da quella riservatezza che nonostante tutto amava, era al centro di quel mondo. Non si proponeva ma si imponeva. Con Boncompagni, e Arbore ha lavorato in Rai da “Pronto Raffaella” a “Quelli della notte”, è stata la voce solista della Perugia Big Band che ha visto nascere e crescere Umbria Jazz, cantava accompagnata al piano dal maestro Renato Sellani che lavorava con Mina e proprio Mina ha voluto una sua canzone, si è esibita alla Bussola, nei festival e nei teatri. Il suo salotto di casa, sopra la galleria Morini di piazza San Jacopo, il sabato si apriva ai giovani artisti con i quali lei lavorava, scriveva testi, cantava. “Ci faceva entrare nella sala verde, quella con il piano - ricorda Gianni Bruschi, cantante jazz, attore e uno dei fondatori dello Spazio Seme - eravamo tutti allievi del Piccolo Teatro e con sua figlia Beatrice avevamo fondato la Piccola Bottega Fantastica con spettacoli di musica, cabaret, teatro, lei ci aiutava nelle prove, cantava con noi, ci scriveva i testi. Ricordo ancora il giorno un cui Mina la chiamò al telefono, aveva sentito una sua versione di Moody’s Mood di George Benson durante un concerto con Sellani, che con Lalla avevamo tradotto e riscritto, era diventata una reinterpretazione della linea melodica di ‘I’m in the mood fra love'. Mina la ottenne e la incise”. Quel salotto che accoglieva tanti amici artisti e frequentato spesso da Boncompagni con le figlie. La musica, Lalla Morini, l’ha scoperta tardi, per passione. La sua eleganza e il suo stile le hanno aperto i palcoscenici nazionali e internazionali. L’ultimo concerto è stato a Monaco di Baviera negli anni Novanta. Ma i ricordi sono tanti, legati forse ad una Arezzo che non c’è più ma che dovrebbe tornare. Al Petrarca con Nicola Arigliano, nelle serate del Piccolo Teatro, un disco con Tullio De Piscopo nel 1987 (su Spotify) e con la Perugia Big Band. Intramontabili vinili per la signora della musica.