Addio a Edoardo Fani: fu il Dg della grande espansione Bpel

Una carriera cominciata da fattorino nella filiale di Pratovecchio. Diploma alle serali e scalata al vertice

Fino a qualche mese fa non era raro trovarlo a spasso per il quartiere Giotto, dove viveva, o mentre saliva le scale del palazzo di via Petarca in cui ha sede anche La Nazione, dove si trova la fondazione Romanelli di cui era rimasto al vertice. A 93 anni, Edoardo Fani aveva conservato un rara vitalità e anche mobilità per l’età. Poi il peggioramento delle condizioni di salute e la morte, mercoledì sera nella clinica San Giuseppe in cui era ricoverato.

Era il sopravvissuto di un’altra epoca, ora che Bpel non esiste più, quella della grande espansione della banca aretina, da istituto di provincia a prima popolare dell’Italia centromeridionale. Una progressione in cui lui, che aveva cominciato dal basso, era stato il direttore generale "tecnico" che assecondava le strategie di un altro Grande Vecchio, il presidentissimo Elio Faralli di cui si è tornato a parlare proprio in questi giorni, per le cronache in differita della sua defenestrazione che stanno offrendo al processo per il crac gli amministratori imputati.

Ma allora Fani non c’era già più (in banca, intendiamo), da 17 anni. Era andato in pensione, infatti, nel 1992, lasciando il testimone ad Alessandro Redi. La sua carriera era cominciata una vita prima dal gradino più basso, quello di fattorino della filiale di Pratovecchio. Lui però era animato da una volontà di ferro che l’aveva portato a frequentare le serali fino a prendere il diploma di ragioniere che gli aveva poi consentito la scalata. Un gradino dietro l’altro fino a diventare nel 1979 il successore di Enzo Droandi, un altro direttore generale che ha lasciato il segno, protagonista della nascita della Banca Popolare dell’Etruria nel 1972, con la fusione dell’antica Banca Mutua Popolare Aretina, di Livorno e Montepulciano.

Quando la prese in mano Fani, tuttavia, Bpe (come si chiamava allora) era ancora una banca poco più che provinciale. Fu sotto il suo mandato, per impulso soprattutto di Faralli, che cominciarono le grandi aggregazioni, con l’assorbimento delle popolari di Cagli, Gualdo Tadino, Capraia e Limite, Ponte Valleceppi e infine dell’Allto Lazio, l’acquisizione più grossa e anche la più gravosa dal punto di vista finanziario.

I funerali si svolgeranno a Pratovecchio, il suo paese di origine.