Accoltella un collega come 25 anni fa: scappa e poi si costituisce, ferito fuori pericolo

Aggressione all'ufficio manutenzione. Geometra del Comune colpito vicino al collo. Agguato a freddo: l'aggressore era in ferie. Gli altri presenti negli uffici sotto choc

Le indagini in via Tagliamento

Le indagini in via Tagliamento

Arezzo,29 giugno 2020 - Era in ferie ma si è presentato ugualmente nel deposito manutenzione del Comune di Arezzo, in via Tagliamento, all'apparenza per un semplice saluto ai colleghi di lavoro. All'improvviso, invece, ha estratto un coltello da cucina, che si era portato da casa, e ha colpito al collo Mario Mastrantone, 47 anni, geometra addetto alla manutenzione comunale.

L'accoltellatore è un operaio comunale, Giovanni Polucci Sabbioni, 59 anni, che dopo l'aggressione è scappato, buttando per terra il coltello. Dopo circa un'ora e mezzo si è costituito presentandosi in caserma dai carabinieri. Nessuna spiegazione ha dato sui motivi dell'aggressione. L'uomo è stato arrestato, sulla sua testa pende l'accusa di tentato omicidio.

Nello stesso luogo, il 20 giugno 1995 Polucci Sabbioni tentò di uccidere un altro collega colpendolo sempre alla gola. La coltellata inferta al geometra Mastrantone fortunatamente non ha compromesso gli organi vitali.

Il ferito è stato trasportato in ambulanza in codice rosso all'ospedale San Donato ma le cure mediche hanno scongiurato il peggio. E' fuori pericolo. L'assessore ai lavori pubblici Gianfrancesco Gamurrini su Facebook ha rassicurato sulle condizioni del dipendente comunale: "sta bene, è sconvolto ma non in pericolo".

Sempre in via Tagliamento nel 1995 poco prima di colpire alle spalle l'operaio Franco Innocenti, all'epoca 48enne, Polucci Sabbioni aveva comprato un coltello a serramanico. Prima di essere arrestato, farfugliò: "Ha attentato alla mia vita, mi ha fatto lavorare sui fili elettrici dai quali passava la tensione. Dovevo vendicarmi".

L'operaio aggredito fu operato e se la cavò con una prognosi di una trentina di giorni. Dalle indagini emerse allora che Paolucci Sabbioni, che viveva nel quartiere di Saione, con la moglie e i suoceri, era soggetto a crisi depressive ed era stato in cura ai servizi di igiene mentale. Prima di essere arrestato e portato in carcere, in casa sua fu ritrovato il coltello che era stato lavato dal sangue e riposto in un cassetto.