A scuola di domenica? Bocciatura dei presidi

"Mossa inutile e il personale ancora non arriva". "Trasporti anello debole". Tiemme lamenta la loro indisponibilità a nuovi orari, la replica

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di Alberto Pierini

EZZO

Domenica a scuola? Bocciata. L’idea lanciata dal Governo di spalmare l’orario anche sui festivi trova freddi, anzi congelati i presidi. "Ogni tanto – risponde Alessandro Artini che è anche il presidente regionale della categoria – spunta una nuova proposta ma i problemi veri nessuno li affronta". Tipo? "Il nodo dei trasporti ad esempio: di domenica tra l’altro circolano anche meno pullman". Una questione sulla quale le posizioni si contrappongono. Nei giorni scorsi il presidente di Tiemme Massimiliano Dindalini ha ribadito di aver chiesto un nuovo piano orari ma di non aver trovato rispondenza da nessuno, istituti compresi. Anche se poi puntava il dito più che altro sulla mancanza di una linea nazionale, avendo gli stessi presidi, diceva, margini stretti tra le regole.

Dai presidi una risposta arriva da Luciano Tagliaferri, che guida il Pier della Francesca. "Intanto non mi risulta sia mai nato un tavolo con tutti i capi d’istituto, gli enti locali e i responsabili dei trasporti. In ogni caso un orario si può diluire: ma ogni classe ha ragazzi che arrivano da tutta la provincia e dalle varie parti della città. Come agisci sul servizio dei bus se non provando ad aumentare i mezzi?".

Ma intanto l’ipotesi domenicale è respinta con perdite. "Ancora non abbiamo avuto il personale Covid promesso – insiste Artini – e le scuole sono comunque aperte e richiedono igienizzazioni continue. Per i professori cambierebbe poco, ma il resto del personale?". No anche da Monica Cicalini, alla guida dello Scientifico. "Sarebbe un aggravio di tutto il servizio,oltre a dover rivoluzionare l’orario. Mai avuto obiezioni alla proposta di diluire le lezioni durante la giornata, pur non potendo andare oltre le 17. Ma siamo sicuri che poi i ragazzi che arrivano da fuori troverebbero pullman e treni disponibili? Figuriamoci di domenica".

Ai Geometri ci risponde il nuovo preside Stefano Cammerieri, umbro trapiantato in città. "La domenica è un terreno sul quale non entrerei, vorrebbe dire rivoluzionare ancora in un momento complicato la vita delle famiglie. E non pensate che la didattica a distanza sia leggera per gli stessi ragazzi". Ragazzi che dice preoccupati per primi. "Temono di ricadere nei contagi proprio negli spostamenti, in pullman o in treno: è quello il vero punto critico. Perfino di fronte alla nostra disponibilità di riaprire i laboratori la risposta si è divisa". Pollice verso anche da Luciano Tagliaferri. "Da questo tunnel non se ne esce annullando le ultime certezze dei ragazzi e del personale: ormai diverse scuole procedono con il sabato libero, la domenica è proprio fuori dagli specchietti.

Dovremmo rifare tutto l’orario ma alla fine questo non ci fa paura anche se su 58 classi è un lavoro immenso. Ma non inciderebbe sul vero problema, che è all’esterno degli istituti, prima in entrata e poi in uscita". Ci sono zone dove l’accordo con Tiemme è stato totale: "In Valdichiana ad esempio sulle Capezzine ci hanno posto paletti rigidi sugli orari e li abbiamo rispettati". Sullo sfondo il grido di dolore generale. "I danni della chiusura delle scuole è enorme – insiste Artini – e lo scopriremo in futuro". Remoto e prossimo: appena al di là del vaccino.