Arezzo, 3 febbraio 2014 - Avete fatto una "pettata" e ora siete "mezzi"? E' probabile che dopo vi prenda una "bafagna", tanto da "apaliggenarsi" o "aloppiarsi". Che lingua stiamo usando? L'aretino naturalmente, quello che va al di là del dialetto e che diventa modo di dire, in cui le parole sono neologismi creati ad hoc dall'italiano o vocaboli esistenti a cui da queste parti viene dato un significato del tutto diverso. Fuori dal territorio della provincia infatti un topo resterà un semplice animale, ma non provate ad appellare un aretino come tale perchè potrebbe offendersi. Sta facendo il giro del web e dei social network con quasi 9mila visualizzazioni su YouTube il video dal titolo "Intervallo Aretino" in cui con in sottofondo la classica musica che un tempo era stata dell'intervallo, la pubblicità che sospendeva la normale programmazione Rai mandando in onda le foto di varie città italiane, viene spiegato il significato di alcune parole tutte aretine attraverso le immagini.

Così a chi da fuori provincia capitasse di investire qualcuno da queste parti sappia che lo ha "arocciato" e che probabilmente la macchina riporterà qualche ammaccatura, oppure una "ciomba". E probabilmente per sistemare i danni serviranno parecchi "guadrini", insomma avete fatto un "arosto". Parola che niente ha a che vedere con il pranzo della domenica, quello che riunisce tutti i commensali intorno alla tavola al "tocco". E se vi capita di vedere molti "cami" in un "dirizzone" probabilmente avete preso una grande strada in cui transitano vari tir. Sappiate che da queste parti poi può "bufare" specialmente in inverno, oppure come negli ultimi giorni venire giù uno "scrollone" e che se uscite senza ombrello prenderete una bella "giubbata" d'acqua.

E il "nodo"? Non ha niente a che vedere con quello al fazzoletto, molto invece con il verbo "acattare". E trattandosi di bel ragazzo dal fisico palestrato probabilmente non conquisterà un "catino", che dicesi di ragazza o ragazzo non di bell'aspetto. E se date un "druscione" magari "sguillando" nella "mota" non fatevi prendere un "coccolone". Da queste parti poi non siamo "broccioni" e il "sudicio" lo buttiamo nel bidone. Può capitare qualche volta di "agraticciarsi" ma poi le incomprensioni si risolvono anche tra "chiorboni". Ad Arezzo non si masticano chewingum ma "masticoni", non si mangiano castagne ma "brice" e la "bottega" è quella dei pantaloni (attenzione a non lasciarla aperta). Da queste parti la mattina al posto della rugiada c'è la "guazza", tra gli animali da cortile il tacchino si è estinto in favore del "billo", qui i bambini si possono prendere a "buggilucco" e ogni tanto se siamo stanchi ci facciamo qualche "chiattita". Avete dei dubbi sul "bombolo", il "bobo" e il "butolone"? Date un'occhiata su YouTube al video "Intervallo Aretino", una sorta di divertente vocabolario per immagini dei termini di casa nostra. Solo dopo averlo osservato sarete pronti per lo step successivo, il video "Intervallo Aretino 2 la Riavuta" che in cinque minuti tra le altre cose vi spiegherà il significato della "strolleca", del "cumbrugliume", della "sistola" e della "razzata".

Angela Baldi