Arezzo, 24 agosto 2013 - E' da quasi 30 anni sotto i riflettori(ed erano le luci della polemica), un po’ meno di quindici nel mirino dei magistrati, che l’hanno indagato un po’ per tutto: istigazione al suicidio, scomparsa di persone e ora riduzione in schiavitù con l’aggiunta di una raffica di presunte violenze sessuali.

La bufera per Mauro Cioni, ex prete accusato di aver messo in piedi una vera e propria setta, e per la sua comunità di Montecchio non finisce mai. Eppure in quello che è diventato il suo paese nessuno dice male di lui, nessuno sussurra, nessuno grida.

Mauro Cioni, 68 anni, prete spretato nel 1985 e sposato dal 1987, con moglie e un figlio, che è una specie di Ufo, di oggetto misterioso atterrato insondabilmente nelle campagne della Bonifica leopoldina.

Come si difende? «Mi hanno denunciato lo so, ma chi l’ha mai costretti? Chi l’ha mai chiamati da me? Io non ho mai fatto nulla contro la volontà delle persone e questa è stata la bandiera per tutta la mia vita».

Mauro Cioni il ‘maestro spirituale’ di questa nuova comunità (per la procura è una setta) senza nome, ma nel nome della quale sarebbero state commesse nefandezze , non si sottrae al colloquio.

Spiega, riflette, commenta. «Insomma sarebbe così semplice spiegare, ma è difficile da capire...non glielo
posso spiegare...non si capirebbe». Cominciamo male. A parte che l’importante sarà che capisca il giudice è
effettivamente difficile capire come quelli che Mauro Cioni definisce ‘esorcismi’ possano essere confusi per violenze sessuali. Peraltro ripetute e pure omosessuali.

Già perché lui nega qualunque violenza sessuale. «E se atti sessuali ci fossero stati, cosa che non è, ribadisce, tra adulti e pure consenzienti non ci sarebbe reato». Giusto, ma è proprio sul vizio di consenso che si articola la denuncia contro di lui.

E visto che siamo a capire, quando dice: «Io ho solo proposto un modo nuovo di vivere il cristianesimo» a quale parte del vangelo si riferisce? Per ‘don’ Cioni, come ci ha detto, «per non andare all’Inferno basta essere onesti secondo quello che ciascuno conosce del bene e del male».

Ma allora, signor Cioni, come è stato possibile per le presunte vittime fraintendere un messaggio cristiano così
limpido e cristallino con uno stato di soggezione e violenze sessuali? «Io non li ho mai minacciati, tantomeno
minacciati con l’Inferno. Pochissimi sono chiamati da Dio a essere cristiani su questa terra».

Un dono che a lui sembra invece essere toccato se era lui ‘decidere’ per tutti. «Vede, spiega, se lei sta male va dal medico che le prescrive delle medicine e lei prende quelle medicine. Oppure ha la possibilità di cambiare medico e di non prendere le medicine».

Per la verità è proprio sulla libertà di scelta che verte il problema. E ancor prima l’accusa della Dda (direzione distrettuale antimafia). Non è esattamente un complotto contro di lui, ma poco ci manca. «Questa è gente che un bel giorno ha fatto una scelta diversa e mi si è rivoltata contro. Peggio di tutti è Carli. Lui mi ha proprio tradito».

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Arezzo, 23 agosto 2013 - Mauro Cioni era prete. Adesso è un uomo di 68 anni pieno di guai, che nelle ‘faccende di Cristo’ la vede un po’ a modo suo. Dice che Berlusconi l’hanno indagato 40 volte, ma anche con lui non scherzano. Si riferisce alla notifica di un avviso di conclusione indagini che il pm fiorentino Angela Pietroiusti (della Dda) ha fatto notificare a lui e ad altre tre persone per riduzione in schiavitù (ecco il reato che interessa l’Antimafia) e abusi sessuali.

Reati che sarebbero stati commessi ai danni di una decina di persone, tra cui 8 donne, appartenenti a una ‘setta’ che Mauro Cioni, ex prete della diocesi di Firenze, avrebbe creato a Cortona, per la precisione a Montecchio.

L’indagine della speciale squadra antisette della squadra Mobile di Firenze, è partita dalla segnalazione di un transfuga,che era riuscito a liberarsi dalla soggezione del ‘santone’ Cioni e raccontare la cosa alla polizia.

Mauro Cioni lasciato l’abito talare si era trasferito a Cortona raccogliendo attorno a sè persone che volevano vivere il ‘diverso cristianesimo’ che lui offriva. Secondo l’accusa in realtà aveva ridotto i seguaci in totale sudditanza psicologica.

Come? Dovevano interrompere ogni relazione familiare sociale e lavorativa, soggiacere ai suoi voleri sessuali e ‘offrire’ somme di denaro. Per l’accusa le vittime finora individuate sono tutte donne (e anche un uomo).

«Mi hanno denunciato  ma chi l’ha mai costretti? Io non ho mai fatto nulla contro la volontà delle persone». Mauro Cioni non si sottrae al colloquio.

«Insomma sarebbe così semplice spiegare, ma è difficile da capire...non glielo posso spiegare...non si capirebbe». L’importante sarà che capisca il giudice è effettivamente difficile capire come quelli che Mauro Cioni definisce ‘esorcismi’ possano essere confusi per violenze sessuali. Lui nega qualunque violenza sessuale. 

Ma è proprio sul vizio di consenso che si articola la denuncia contro di lui. «Io non li ho mai minacciati, tantomeno minacciati con l’Inferno. Pochissimi sono chiamati da Dio a essere cristiani su questa terra».