Arezzo,10 luglio 2013 - Avanti ciclisti e pedoni, indietro le auto: obiettivo da concretizzarsi nel centro cittadino e in modo particolare nella zona racchiusa dalle mura.

La Giunta ha deliberato il divieto di superare, in quest’area, i 30 chilometri orari. L’obiettivo è anche quello di favorire una diversa mobilità da quella che utilizza l’automobile. 

Era stato istituito nel 1997 per poi cadere in disuso. Adesso l’amministrazione comunale ripristina il limite di 30 km/h nella zona interna alle mura medicee che verrà contrassegnata da appositi cartelli con evidenziata la velocità consentita.

I cartelli verranno posizionati in viale Buozzi immediatamente dopo l’incrocio con l’ingresso al cimitero; a Porta Trento e Trieste; in via Guadagnoli nei pressi della telecamera Ztl; all’ingresso di via Niccolò Aretino dopo la svolta da viale Michelangelo; in Piazza della Repubblica dove è la fermata degli autobus; davanti alla ex Bastanzetti all’altezza dell’ingresso via Petrarca - via Fra Guittone; a Porta San Lorentino; a Porta San Clemente.

Nel gergo del codice della strada si parla proprio di “Zona 30” per indicare le aree dove è in vigore questa moderazione del traffico che abbassa ulteriormente i consueti 50 km previsti dal codice in ambito urbano.

Franco Dringoli, assessore alle opere pubbliche del Comune di Arezzo: “preciso innanzitutto che noi non istituiamo nuovi limiti di velocità perché esisteva una vecchia delibera che già imponeva tale condizione. Ma ora vogliamo seriamente qualificare il centro urbano come area dove sia possibile registrare varie forme di mobilità e di sviluppo sostenibili.

La minore velocità permette una migliore convivenza tra auto, biciclette e pedoni e fa registrare una diminuzione nel consumo di carburante e, conseguentemente, delle emissioni inquinanti. La moderazione della velocità porta a una diminuzione degli incidenti e anche quelli che si verificano hanno indici di gravità inferiori. Questo percorso lo abbiamo fatto all'interno di uno dei progetti del Piuss, in particolare quello sulla scenografia urbana che coinvolgeva la cartellonistica”.

Giovanni Cardinali, presidente Fiab: “questa è una campagna promozionale che deve ricordarci una cosa semplice e in apparenza paradossale: se andiamo più lentamente arriviamo prima. Poi c'è un dato molto significativo: se un'auto investe un pedone o un ciclista a 30 chilometri all'ora il 90% delle persone coinvolte non muore, un sinistro del genere equivale a cadere da un primo piano.

A 50 chilometri all'ora invece quasi il 100% dei coinvolti muoiono ed è come buttarsi dal terzo piano. Una delle prime città europee che ha fatto esperienza di zone 30 in tutti i quartieri residenziali è Barcellona: nel 2012 le statistiche dicono che in tre anni è diminuito del 29% il numero dei feriti generici e del 34% quelli alle intersezioni”.L'assessore all'ambiente Paolo Fulini ha aggiunto un altro dato: “andare in bicicletta, abitudine  presa da quando sono in Giunta, mi ha fatto risparmiare 50 euro di benzina al mese”.