Arezzo, 7 giugno 2013 - Hanno deciso di mettere in piedi un flash mob. Una maniera certo pacifica, ma altrettanto incisiva di protestare, molto diffusa oggi. E non solo tra i giovani. Infatti a manifestare, ieri mattina alle 10, sono stati gli infermieri della Asl8. Il flash mob è stato organizzato davanti all’ospedale del Casentino, a Bibbiena. I sanitari si sono raccolti all’esterno del nosocomio e poi si sono gettati a terra in contemporanea. Un gesto che intendeva comunicare, come hanno spiegato, il loro “essere esausti”.

L’appuntamento era stato organizzato dal NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche. Così gli infermieri , con un gesto semplice quanto carico di significato, hanno voluto protestare contro l’azienda che, hanno spiegato “nonostante le ferie sarebbero dovute decorrere dal primo giugno, non ha presentato ai sindacati un piano su come intende gestire il periodo estivo né ha comunicato chi e quanti saranno i rinforzi”. Dito puntato quindi contro la Asl che non sarebbe in grado di coprire i turni e non darebbe garanzie adeguate di potere usufruire di ferie e riposi.

E la protesta si è svolta proprio a Bibbiena, da anni simbolo delle carenze organizzative dell’azienda. Infatti già tre anni fa sempre nel capoluogo casentinese il Nursind riuscì a portare l'azienda in prefettura grazie alla dichiarazione dello stato di agitazione. Ma neppure allora la questione venne definita in maniera stabile. “Infermieri Esausti” era questo lo slogan della manifestazione. Ma gli infermieri sono anche stanchi   del continuo balletto di cifre fornito di volta in volta dall'azienda, cifre che alla fine non garantiscono dotazioni organiche serie ed adeguate alla nuova organizzazione.

Perché, come ha spiegato il sindacato “Gli infermieri sono stanchi di aspettare sostituzioni che arrivano in ritardo o che non arrivano affatto come nel caso delle maternità. Gli infermieri vogliono dare garanzie del loro operato affinché questo sia sempre appropriato  e sicuro”. Per questo ieri mattina hanno deciso di manifestare ancora una volta. Per far sentire, senza demordere, la propria voce.  Nell’interesse della loro professionalità, ma soprattutto dei pazienti.