Arezzo, 18 marzo 2013 - Avete mai camminato nei corridoi di un convento francescano? Sentite i vostri passi distintamente, come se un microfono nascosto ne enfatizzasse il suono, facendolo scorrere da una parete all'altra. E' l'effetto del silenzio, l'altra faccia di un compagno di strada che poi si alimenta di canto o di preghiera. E rende le parole pesanti come pietre.

Figuriamoci le parole con le quali viene invitato un Papa. Un Papa appena eletto ma che dal profondo dell'Argentina è andato a scegliere que nome che oggi te e ieri tanti tuoi predecessori avevano aspettato di ascoltare. Un po' perché il tuo fondatore e un po' per assaporarne il suono tra i corridoi di un convento.

E così Josè Carballo, il padree generale dei frati minori, è andato subito al sodo, perché le parole pesano. Il Papa è andato a ringraziarlo per la presenza sua e dei frati minori alla Messa più importante, l'inizio ufficiale di un pontificato. E lui con la semplicità diretta di chi cammina nei corridoi dei conventi lo ha invitato ad andarli a trovare.

Andarli a trovare ad Assisi, dove già i frati ipotizzano date, stagioni, momenti. E andarli a trovare alla Verna. Josè Carballo sa bene, sa molto bene cosa l'ordine abbia vissuto quel 13 maggio. Lo sa perché lui c'era in quella Basilica della Verna. Lo sa perché per oltre un'ora ha gestito i timori e insieme le speranze dei suoi frati. Lo sa perché ne ha annunciato prima l'arrivo e poi la resa, con quell'italiano arrotondato dall'accento della sua terra.

E sa che questa deve essere la volta buona. Quindi? Quindi ha guardato il Papa negli occhi e gli ha chiesto di lanciare il suo pontificato sotto il nome di Francesco nelle terre dove quel nome parla da solo, perfino nel silenzio protettivo, ma non troppo, dei conventi.

E' stata la sorpresa finale di una giornata straordinaria. Iniziata prestissimo, intorno alle 7, per i 14 frati della Verna, che mentre la Tv affilava le telecamere facevano l'ultima prova, sotto gli occhi esperti dei cerimonieri vaticani. E tutto è filato liscio. Li hai visti guidare la processione uscendo dalla tomba di Pietro, li hai visti a fianco del Papa durante la Messa, li hai vistio fare un cordone protettivo durante la cerimonia eucaristica.

E poi ripartire, contenti ma felici di tornare al loro monte. Il pulmino è rimasto a Roma, con i novizi, che tornerano tra qualche giorno. E in macchina si sono avviati gli altri frati: a cominciare dal padre guardiano fra' Massimo e dall'economo fra' Marco. Uno è di Pisa e l'altro di Livorno, a volte si divertono a recitare il ruolo che la geografia gli ha consegnato, quello dei grandi rivali, ma in realtà fanno squadra. Dal boato da stadio all'annuncio del nome del Papa. Al silenzio impegnativo dei corridoi del convento.

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E' arrivata la grande giornata della Verna. Il Papa è andato fino in fondo: la chiamata al Santuario, la scelta di far servire la Messa più importante della sua vita, quella di inizio pontificato, ai frati della Verna. Che in effetti sono  stati a Roma, per un incarico fino a pochi giorni fa impensabile.

Sono quattordici, si dividono i vari incarichi intorno al Papa: con il quale spesso condividono le riprese televisive, in una mondovisione che sarà il grande evento dell'anno. Ieri ci sono state le prove generali sul sagrato, stretto d'assedio da giornali e televisioni. Un rito, sullo stile dei primi giorni di pontificato, più intimo, concelebrato dai superiori generali dei francescani Josè Carballo e dei gesuiti. In prima fila i frati della Verna.

Che si sono lasciati alle spalle i loro confratelli: pochi, pochissimi, c'è l'eco nel Santuario. Sono partiti con due pulmini dal Santuario lunedì mattina. E alle 9.30, orario di inizio della Messa, quei pochi erano davanti ai teleschermi per godersi i confratelli in mondovisione. E non hanno dovuto aspettare molto, vedendoli sbucare in cima alla processione all'inizio del rito

"Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!". Lo ha chiesto Papa Francesco nell'omelia della messa d'inizio Pontificato, citando esplicitamente il messaggio di San Francesco e del francescanesimo. "La vocazione del custodire - ha spiegato - non riguarda pero' solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che e' semplicemente umana, riguarda tutti". "E' - ha scandito il nuovo Pontefice - il custodire l'intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d'Assisi: e' l'avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l'ambiente in cui viviamo"

Al rito, ricordiamo, al quale hanno partecipato centinaia tra capi di Stato e delegazioni ufficiali dai Paesi di tutto il mondo.

La telefonata è arrivata dal Vaticano giovedì mattina. e l'adesione del padre guardiano è stata assoluta. "Andremo in 14, qui resteranno solo i frati anziani e quanti hanno difficoltà a muoversi".

Il giorno prima alla notizia del nome il convento era esploso, racconta, in un boato da stadio. "La fumata bianca l'abbiamo scoperta durante i Vespri: avevamo lasciato due frati a fare la guardia davanti al televisore e hanno sciolto le campane".

"E ora lo aspettiamo al Santuario: abbiamo in fondo una visita da recuperare". Il Guardiano della Verna fra' Massimo Grassi dà voce al grande sogno della Verna, diventata protagonista quasi inconsapevole del più grande evento della chiesa italiana.

"Siamo felici, quel nome è un programma, è la nostra scelta di vita" risponde. Prima di mettersi all'organo per le musiche della Messa celebrata dall'Arcivescovo Riccardo Fontana nella Cappella delle Stimmate. "E' la prima messa di ringraziamento per il Pontefice e non poteva che essere da qui" esclama all'inizio. "E' il luogo della massima gioia e del massimo dolore: e insieme quello che sancisce la centralità della croce nella vita di un cristiano". Esattamente lo stesso concetto che in contemporane Papa Francesco rilanciava a Roma duante l'omelia. "Rispondiamo all'invito del Papa nella comunione completa tra la Diocesi e i francescani".

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Habemus Papam. Fumata bianca dal comignolo sulla Cappella Sistina, ma emozione e festa anche ad Arezzo, dove le campane della cattedrale sono state sciolte subito dopo che il fumo bianco aveva dato la certezza che in Vaticano c'era un nuovo Papa.

Emozione anche alla Verna, soprattutto dopo che il cardinale protodiacono aveva dato notizia dalla Loggia di San Pietro del nome scelto dal Pontefice neo-eletto: Francesco è un chiaro riferimento alla tradizione francescana fatto da Papa Bergoglio e il Sacro Monte è uno dei luoghi più sacri del francescanesimo dopo Assisi. Non si esclude dunque che Francesco I possa scegliere proprio La Verna fra le mete di una delle sue prime visite pastorali italiane.

Anche il Vescovo Riccardo Fontana ha commentato la scelta del nuovo Pontefice, che ha seguito in diretta dagli schermi di Tele San Domenico, la Tv della curia aretina. "E' un uomo del Concilio e del dialogo", ha spiegato, sottolineandone la sensibilità verso i problemi della povertà. "E rinnoveremo subito l'invito al nuovo Papa a completare la visita di Benedetto XVI, salendo anche alla Verna".

Un legame profondissimo tra questo Papa, La Verna e la Diocesi che il Vescovo vuole subito esaltare. Oggi pomeriggio alle 17 celebrerà infatti una Messa in Basilica: per incontrare la comunità dei frati, condividere la gioia di una giornata storica e insieme la preghiera per il nuovo Pontefice. Il Vescovo sale alla Verna, sottolineando quanto la scelta di quel nome vada alle radici della chiesa di Arezzo, Cortona e Sansepolcro.

"Il suo è stato un discorso semplice ma che aveva dentro di sè un intero programma apostolico: fateci caso, è il primo Papa ad aver chiesto la preghiera, una sorta di benedizione del popolo, su di lui, inchinandosi a riceverla. E' il primo ad aver condiviso la preghiera nel momento solenne del primo saluto da Pontefice. Sono segni straordinari, le impronte di un uomo del Concilio".

Quindi la nota ufficiale in tarda serata. "Ringraziamo questo nostro nuovo Papa, che se ha scelto il nome di Francesco vuole avere i poveri del mondo accanto a sé. Nelle forme poco cerimoniali e pompose ha dato già uno stile e un segnale, che il Signore lo benedica!”.  Infine ha annunciato che “al compimento di un anno dalla visita di Benedetto XVI ad Arezzo e Sansepolcro andremo a conoscere il nuovo Papa e a chiedere la sua benedizione. A tempo debito faremo sapere, tramite i nostri parroci, le date per andare insieme a Roma”.