Arezzo, 7 settembre 2012 - IL TRAGICO mattino dei coniugi Murgia è già un caso chiuso. Il nulla osta della Procura della Repubblica per le sepolture di Nicola e Sebastiana c’è già, fissati anche i funerali che si svolgeranno insieme domattina alle 10 nella chiesa della Penna.

L’omicidio suicidio dei coniugi Murgia, avvenuto mercoledì mattina all’alba nella loro
casa nelle campagne della Penna, nel comune di Terranuova, è una storia drammatica, triste e difficile, ma finita. Non c’è nessuna inchiesta quindi, non c’è nessun nodo da sciogliere nelle tragiche morti di Nicola Murgia, 77 anni e di sua moglie Sebastiana Corpora, 68. E’ stata quasi certamente la depressione che ha spinto Nicola alle prime luci dell’alba di ieri, mentre sua moglie ancora dormiva, a imbracciare il fucile da caccia e a sparargli uccidendola sul colpo sulla nuca, per poi puntare l’arma contro il mento e togliersi la vita.

È FINITA in quella camera da letto la loro storia, è finita in un mercoledì mattina apparentemente simile a mille altri ma tragicamente diverso. È stata una delle figlie a rinvenire i cadaveri nel pomeriggio, allarmata perché i genitori non le rispondevano a telefono. Due coniugi venuti dalla Sicilia tanti anni fa che vivevano da tempo con la famiglia nella campagna toscana una vita tranquilla in mezzo agli olivi, due coniugi morti insieme e che verranno seppelliti lo stesso giorno, nello stesso cimitero. Il pubblico ministero Roberto Rossi della procura di Arezzo ha chiuso il caso sul nascere ed ha dato il via libera al nulla osta per la sepoltura. Resta solo tanto smarrimento, in mezzo a quegli olivi, per il tragico sipario di una storia d’amore, chiusa da un male oscuro e pieno di mistero dopo tanti anni di serenità.

Un tragico gesto che allunga la striscia di sangue in famiglia in Valdarno. Un anno fa,  il 9 settembre del 2011, a poche centinaia di metri in linea d’aria da via di Carpognane, tra le vigne dell’altra frazione terranuovese della Traiana, l’omicidio-suicidio si verificò tra due fratelli, Luciano e Pasquale Parigi. Passionale la causa che portò alla fine del mese di luglio 2010 la 55enne Pierlaura Onnis, anche lei di origine sarda, ad uccidere il marito Giuseppe Carboni nella loro abitazione di Bucine, prima di ingerire un’ingente quantità di barbiturici, che la portarono alla morte dopo una lunga agonia durata quasi 24 ore.