Arezzo, 20 marzo 2012 - Nessun rischio di chiusura o ridimensionamento per l’ospedale di Bibbiena. Era stata la Federazione della Sinistra del Casentino a lanciare l’allarme di un probabiel ridimensionamento, con tagli al pronto soccorso e al punto nascita.  

Ora dalla Asl e dall’Uncem Toscana arriva la smentita e la dimostrazione che si trattava di allarmi infondati. “In Toscana gli ospedali sono stati tutti confermati anche nel nuovo piano sanitario” ha dichiarato Desideri durante l’incontro con l’Unione dei Comuni del Casentino.

“Chiusura, ridimensionamento, declassamento? No, qui siamo tutti impegnati a rilanciare l’ospedale di Bibbiena e con esso gli altri ospedali cosiddetti di montagna o minori”. Lo ha detto Oreste Giurlani, presidente dell’Unione dei comuni montani della Toscana che ha preso parte all’incontro organizzato dalla neonata Unione dei comuni del Casentino con la Asl di Arezzo.

“Mi permetto di rafforzare questo concetto – ha esordito il direttore generale della Asl Enrico Desideri – sottolineando che forse chi lancia un allarme citando come fonte addirittura il piano socio-sanitario regionale in via di definizione, non lo ha nemmeno letto, perchè la Regione, con una decisione forte e chiara, ha scelto una strada diversa da quella del decreto mille proroghe del Governo nel quale è previsto di chiudere gli ospedali con meno di 110 posti letto. Per la Toscana questa decisione non è praticabile e non sarà praticata. La rete degli ospedali in Toscana - ha proseguito Desideri – è ormai definita sulle esigenze reali della popolazione in sintonia con le risorse disponibilità. In questa Regione negli ultimi due decenni sono stati chiusi 45 piccoli ospedali, accorpati in monoblocchi di zona. Adesso la mappa è tracciata e non si cambia, anche perchè, come conferma lo stesso ministro Balduzzzi, i paesi occidentali che hanno chiuso quasi tutti i piccoli ospedali di zona, hanno ricavato un peggior servizi per i cittadini e, addirittura, un aumento dei costi. Quindi, ribadiamolo e speriamo che tutti possano averne piena rassicurazione, non si chiude, ne si riduce, ne si declassa nessuno dei nostri ospedali, da Bibbiena a Sansepolcro a Cortona”.

Un ospedale come quello di Bibbiena - ha sottolineato Giurlani - è di altissima qualità, invidiato in tutta la Regione ed anche oltre”. Gli ha fatto eco Desideri ribadendo i risultati eccellenti di questa struttura e gli sforzi compiuti proprio per rendere il nosocomio di Bibbiena al passo con le esigenze di oggi. Qui abbiamo ammodernato reparti, modificato percorsi, acquistato strumentazioni di primo livello, qui abbiamo una chirurgia con capacità di attrazione da tutta la provincia e da altre province vicine, una terapia intensiva efficientissima, servizi di alta qualità in altre aree. Poi, e non dobbiamo comunque nascondercelo, qui resta la questione del punto nascita. Non siamo ai fatidici 500 parti come soglia minima prevista dall’Oms (350 i parti del 2011) ma abbiamo cinque anni per capire quale sarà lo sviluppo e quali le soluzioni”.

E’ stato proprio Giurlani a invitare alla cautela su questo argomento: “Aspettiamo anche in questo caso a pensare ad una chiusura certa, perche per gli ospedali di montagna stiamo sviluppando delle valutazioni che tengano conto di molti fattori”.

La riunione si è chiusa con la illustrazione del servizio di emergenza-urgenza, con gli aggiustamenti già realizzati nei mesi passati, da una diversa distribuzione delle postazioni di ambulanza, alla attivazione della pista per elicotteri, alla fornitura a tutti i mezzi di defibrillatori e a molte ambulanze del lifepack per la trasmissione del tracciato cardiaco alla guardia attiva 24 su 24 all’ospedale di Arezzo.