Arezzo, 24 dicembre 2011 - Un altro colpo fallito contro una ditta orafa e proprio alla vigilia di Natale. A San Firenze, alla ditta "Il Busco". Un segnale che scatena ancora il nervosismo della categoria, ma che invece il questore Felice Addonizio, in questa sua chiacchierata prenatalizia con la Nazione, legge in un'ottica assai più ottimistica. Il concetto è sempre lo stesso: "Non possiamo impedire ai malviventi di tentare i furti contro gli orafi, ma finchè vanno a vuoto significa che il sistema di sicurezza comincia a marciare con i giri giusti".

In effetti, il numero uno della polizia aretina qualche colpo di timone deciso, per evitare qualsiasi rischio di deriva dell'apparato di vigilanza, negli ultimi giorni l'ha dato. Non solo nei ripetuti incontri con la consulta orafa e quindi gli imprenditori, non solo nei vertici dell'ordine pubblico, ma anche con i provvedimenti di sospensione ai danni di alcuni vigilantes accusati di qualche negligenza nei colpi delle settimane scorse, a cominciare da quello ai danni di BancaEtruria, che con l'oro non c'entra ma che ha fruttato ai banditi 250 mila euro, di gran lunga il maggiore bottino dai tempi della Salp, in marzo.

"Diciamo - spiega Addonizio - che c'era qualcosa da registrare, che bisognava impedire qualsiasi calo di tensione nell'apparato incaricato di evitare che Arezzo si trasformi nel Bancomat della criminalità. Che insomma i malviventi vengano qui, prelevino quello che hanno da prelevare e poi se ne vadano senza colpo ferire. Ecco, mi pare che che quanto sta succedendo in queste ultime settimane vada in questa direzione".

In effetti, da ottobre in avanti, l'assedio al distretto orafo è ripreso in grande stile dopo qualche mese di pausa. E tuttavia i risultati per la criminalità sono modesti. Alle cassaforti delle ditte i soliti ignoti non sono mai o quasi mai riusciti ad arrivare, hanno dovuto accontentarsi quando li hanno trovati, degli scarti di lavorazione rimasti sui tavoli. Qualche decina di migliaia di euro, ma spiccioli confronto a quello che sta dentro le aziende della capitale italiana del metallo prezioso.

"Tutti hanno capito che bisognava stringere i freni - commenta il questore - i vigilantes che anche venerdì sera, nel colpo fallito a San Firenze, hanno fatto per intero il loro lavoro. E anche gli imprenditori, che si sono dotati e si stanno dotando di impianti di sicurezza che funzionano. Che il raid nella ditta Il Busco sia andato a vuoto dipende appunto anche dalla modernità delle risorse di sicurezza. I ladri hanno superato il primo reticolo d'allarme, ma sono incappati in pieno nel secondo, quello vicino alla cassaforte. Hanno provato ad aprirla, è vero, ma sono stati costretti alla fuga dal pronto intervento della Telecontrol e della polizia".

Addonizio vede la situazione, come è ovvio, dal punto di vista dell'ordine pubblico. Un colpo sventato per lui è un successo. Ma per gli orafi è invece un elemento di nervosismo, che dice come l'emergenza sia tutt'altro che superata: c'è modo di rassicurare anche loro, giustamente preoccupati per le loro aziende e i loro affari? "Io - replica Addonizio - il lato buono lo vedo proprio nella sistematicità con la quale gli assalti alle ditte vanno a vuoto perchè il sistema di sicurezza funziona. E' vero che sono banditi ostinati, ma se continuano a rompersi i denti, presto capiranno che non è il caso di continuare. Lo spiraglio di luce è proprio questo: se noi facciamo il nostro lavoro, ai delinquenti non resterà che lasciare il campo perchè il gioco non vale più la candela".

E' quello che il questore, che era già in polizia ai tempi della lotta contro il terrorismo, definisce con un'espressione di allora "asciugare l'acqua nella quale nuotano i pesci". E tutto contribuisce: l'efficienza della vigilanza privata, la lungimiranza degli imprenditori quando investono in sicurezza, la capacità di reazione di polizia e carabinieri. "Diciamo che siamo arrivati a ottobre dopo aver allentato un po' l'attenzione per la calma dei mesi precedenti, ma adesso siamo di nuovo con la guardia alta".

Ma chi sono questi misteriosi personaggi che rendono tormentose le notti degli orafi? Si è parlato a volte di bande di immigrazione violenta, in particolare di romeni che hanno all'interno della divisione del lavoro criminale in questa città la specializzazione nei furti. E' così oppure il quadro è più complesso? "Direi che è decisamente più complesso. La cattura di una parte dei banditi della Salp ci dice chiaramente che in queste notti così agitate possono esserci immigrati ma anche delinquenti italiani".