Arezzo, 31 ottobre 2011 - Si è accasciato a terra e a niente sono serviti i 30 minuti di rianimazione con il defibrillatore degli operatori del 118.

La vittima è un uomo di 87 anni, residente ad Arezzo, E.S., colpito da arresto cardiaco questa mattina all'interno dell'Esselunga in zona di Santa Maria delle Grazie ad Arezzo. 

Due sono state le ambulanze accorse per cercare di salvare l'anziano, una corsa contro il tempo. La prima è arrivata in un lampo, dopo meno di tre minuti dalla chiamata della centrale. Gli operatori hanno subito iniziato il massaggio cardiaco e predisposto il defibrillatore. Dopo pochi minuti è giunto un altro equipaggio che ha proseguito le manovre di rianimazione fino a trenta minuti per poi prendere atto dell'avvenuto decesso.

Arresto cardiaco il motivo del decesso, che con molta probabilità sarebbe avvenuto anche se l'operazione di rianimazione fosse iniziata prima dei pochissimi minuti  con la quale è stata attivata. Tuttavia l'Azienda Sanitaria, assieme alla Prefettura e alla Fondazione Cisalpino, vogliono ridurre ancora di più i casi di decesso.

Da tempo hanno avviato il progetto “Arezzo Cuore” che prevede tra le altre misure, la presenza di defibrillatori semiautomatici in ogni luogo dove si concentrano molte persone. Il corso per utilizzarlo è molto facile e un certo numero di aziende o società sportive, hanno già provveduto ad acquisire un defibrillatore e ad istruire alcune persone che lavorano al proprio interno. Tutte le pattuglie di Polizia, carabinieri e squadre dei vigili del fuoco, ne hanno uno in auto. Ma non basta. Sono ancora troppi i luoghi dove questo apparecchio sarebbe giusto averlo presente e ben in evidenza, per essere usato nel momento del bisogno, con quella celerità che diventa fondamentale per tentare di salvare una vita umana.

L’Azienda sanitaria rinnova l’appello a quanti hanno responsabilità di gestione di luoghi con tante persone presenti (manifestazioni sportive, supermercati, luoghi di spettacolo, luoghi di culto, discoteche, ma anche piccoli e grandi condomini), per attrezzarsi e rendere il territorio più sicuro di fronte ad un evento non infrequente e per il quale la mortalità è altissima, legata al ritardo con cui si procede alla defibrillazione.