Arezzo 6 ottobre 2011 - La giustizia è all'asciutto. E non è una metafora. Non c'è benzina per i cellulari che devono tradurre dal carcere fiorentino di Sollicciano i detenuti ad Arezzo e non ce ne è neppure per il percorso opposto: i giudici aretini che devono andare a Sollicciano per le convalide degli arresti. Il Gip Andrea Claudiani dunque ha dovuto fare il pieno a spese sue e recarsi nel carcere fiorentino per tre delicate udienze di convalida. Il giudice ha disposto che restino in carcere i tre banditi accusati della rapina alle poste di Montagnano e anche l'accusato di pedopornografia arrestato dai carabinieri a Cortona. Esce invece l'artista che era stato sorpreso a coltivare marijuana: serve a me e agli amici del mio gruppo, aveva detto, per trovare la giusta ispirazione alle nostre opere (vedere il pezzo sopra). Il Gip ha convalidato l'arresto ma non ha disposto misure cautelari: non ci sono i presupposti per contestare il reato di spaccio.

Intanto la giustizia aretina resta in una morsa. Da un lato infatti la Q8 ha sospeso le erogazioni di carburante al carcere, moroso per 25 mila euro, dall'altro la segreteria del tribunale ha comunicato ai magistrati che i buoni benzina sono finiti.

Ecco allora che stamani sono continuate le difficoltà per le udienze con i detenuti dopo che già ieri erano saltate due udienze in mattinata e una nel pomeriggio. Doveva essere processato nell'aula del giudice Gianni Fruganti, lo stesso che nella sua veste di presidente regionale dell'Anm aveva sollevato il caso, l'uomo che in estate devastò il Santaprisca. Ma il detenuto non è stato tradotto ad Arezzo per mancanza di benzina e poichè ha diritto di assistere al processo che lo riguarda l'udienza è saltata, aggiornata al 20 ottobre, quando si spera che la Q8 abbia restituito un po' di credito a Sollicciano. Niente udienza neppure per un contrabbandiere di sigarette ungherese sorpreso in Autosole con oltre 200 kg di bionde e per un terzo imputato, pure lui a processo per direttissima.

Domani, invece, il Gip Andrea Claudiani si recherà a Sollicciano a sue spese per la convalida degli arresti dei tre presunti banditi accusati della rapina alle poste di Montagnano e per un pedopornografo (sempre presunto) di Cortona. L'alternativa sarebbe lasciare scadere le 96 ore oltre le quali, in mancanza di convalida, gli accusati tornano liberi. E non sarebbe un bel vedere se tre persone che secondo i carabinieri sono responsabili dell'assalto a un ufficio postale tornassero a spasso. Loro a spasso e lo stato a piedi, anzi all'asciutto. Per mancanza di benzina.

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La giustizia ha finito la benzina. L’entusiasmo? No, no: proprio la verde o, se preferite, il diesel. E’ arrivata con l’ultima goccia di carburante fino a Sollicciano, che poi è diventato il vero carcere aretino. E ora non si muove più. Inchiodata. Che succede? Semplice: la Q8, il cui nome campeggia su un distributore e sull’altro pure, si ritrova il cassetto dei crediti pieno e il portafogli vuoto. Non la pagano. Evidentemente deve avere una sorta di convenzione con il mondo delle aule. Al quale, immaginiamo, praticherà anche delle tariffe di favore. Ma una cosa è uno sconto e una cosa è viaggiare gratis. O almeno a debito.

Anche gli enti pubblici, non è un mistero, ultimamente fanno fatica a onorare i pagamenti. Succede ai Comuni con i cantieri delle grandi opere pubbliche. Può succedere al mondo delle aule. E il «pagherò» alla fine viene a noia. Le risorse sono quelle che sono. E le spese del resto sono sempre più alte. Il caso aretino è eclatante. E il presidente regionale dell’Associazione Nazionale Magistrati, il giudice aretino Gianni Fruganti lo illustra nei dettagli. Perché il carcere ha chiuso: il vecchio San Benedetto conserva il nome, le mura più o meno invalicabili e forse qualche speranza per il futuro. Un cantiere dovrebbe riportarlo a nuova vita, anche se i dubbi non mancano, se non altro dando un’occhiata alle risorse, in riserva come la benzina. Nell’attesa le spese decollano. Quasi ogni giorno c’è da prendere un arrestato su piazza e trasferirlo su un’altra: Firenze per l’appunto, il glorioso carcere di Sollicciano.

Spese di trasferta, personale dirottato mezza giornata altrove: e il conto della benzina che sale. E il credito ormai è finito. Che succederà da ora in poi? Difficile prevederlo. C’è il treno, certo, ma anche quello costa, se possibile anche più della benzina, e la sicurezza diventa più difficile da garantire. In bicicletta o a piedi guardie e ladri vanno solo nei mitici film di Steno. Una soluzione ci sarebbe, decisamente drastica: smettere di arrestare la gente. Magari non sarà il massimo sul piano delle regole, ma vi immaginate che risparmio? Nessuno da trasferire a Sollicciano, l’auto resta in garage, una goccia di benzina può bastare e avanzare anche un mese. Intanto però anche oggi ci sono due udienze con detenuti: e chi li porta?

Ma se anche il paese «decarcerizzato» decollasse, il circuito delle spese non sarebbe ancora spezzato. Non c’è il carcere? E allora anche i magistrati devono andarsene a Firenze per le tradizionali operazioni di convalida. Beh, poco male, un pieno e passa la paura. No, per ora sono passati i buoni. I buoni con i quali si pagano le auto di servizio, due vecchie Punto, del tribunale.

E ora? Senza più il carcere aperto c’è da viaggiare per Firenze, dove si svolgono ad esempio molte delle udienze di convalida. Tanto per spiegare quelle di oggi in cui sono sotto accusa i presunti rapinatori dell’ufficio postale di Montagnano e un altrettanto presunto pedofilo via Internet. O i giudici viaggiano a spese loro o gli accusati tornano liberi: un’alternativa del diavolo, come si dice. I buoni che prima garantivano una dignitosa spola ora finiscono prosciugati proprio come il serbatoio. A oggi quei buoni sono finiti. Problema morale? No, sostanziale. Venti euro al self service, la caccia all’ultima goccia dalla pompa neanche fosse una lacrima di Amaro Montenegro. E soprattutto una rivoluzione: signori, nasce la giustizia self service. Volontariato e maniche arrotolate. Forse una ricetta per ritrovare la benzina. Verde? calma, al massimo un briciolo di entusiasmo.