Arezzo, 21 settembre 2011 - E' tedesco, ha ormai una certa età, ma gran parte della sua vita e della sua carriera di avvocato le ha dedicate a combattere contro il suo paese di origine, la Germania, sostenendo i diritti delle vittime del nazismo durante la seconda guerra mondiale. Lui si chiama Joachim Lau, ha uno studio legale a Firenze ma è iscritto anche all'albo degli avvocati di Arezzo. A buon diritto perchè la causa della sua vita è stata quella per i diritti di Luigi Ferrini, un ex deportato di Talla che per decenni ha reclamato un risarcimento danni dallo stato tedesco.

Ora Lau interviene sulla questione dei risarcimenti danni che la Germania è stata obbligata a pagare in favore delle vittime delle stragi e delle deportazioni della seconda guerra mondiale dai tribunali italiani. Davanti alla Corte internazionale del'Aja, il Governo esiga che la Germania risarcisca gli italiani - come i 12 mila deportati o i parenti delle vittime di Marzabotto o delle Ardeatine - per i danni subiti durante la Seconda guerra mondiale. Lo chiede Joachim Lau in una lettera al ministro degli esteri Franco Frattini, in cui reclama un cambiamento di strategia dei rappresentanti italiani di fronte alla Corte internazionale dell'Aja. I giudici internazionali stanno discutendo il ricorso con cui la Germania ha chiesto l'immunita' nei confronti delle sentenze italiane che la condannano a risarcire i danni subiti da cittadini italiani.

Secondo Lau, i tedeschi si appellano a un trattato del 1947 con il quale il Governo italiano rinuncio' ai crediti nei confronti della Germania. ''Quel trattato, pero' - spiega Lau - venne ratificato dall'Italia ma non dalla Germania, che quindi non puo' chiederne l'applicazione''. ''Davanti alla Corte internazionale - sostiene Lau - la delegazione italiana ha fatto un autogol: come i tedeschi ha sostenuto, sbagliando, che quel trattato si puo' applicare. Io chiedo a Frattini di rivedere questa posizione''. Secondo Lau, se il tribunale dell'Aja dovesse accogliere la richiesta della Germania, verrebbero vanificate le sentenze italiane che hanno stabilito risarcimenti danni. All'aretino assistito da Lau, Luigi Ferrini, la Corte d'Appello di Firenze ha riconosciuto il diritto a un risarcimento da circa 100 mila euro. Il pagamento da parte della Germania, spiega Lau, e' sospeso, anche in attesa della decisione dei giudici dell'Aja.

La questione di diritto è ardua e anche un un po' arida, ma certo l'avvocato Lau è uno di quelli che hanno più competenza a parlarne, perchè fu lui, col caso Ferrini appunto, a provocare il radicale cambiamento di giurisprudenza della corte di cassazione a metà del decennio scorso. Fino ad allora si era sempre ritenuto, e in tal senso si erano ripetutamente pronunciati anche i giudici aretini, che gli stati sovrani, e dunque anche la Germania, godessero di un'immunità che li poneva al riparo dalle sentenze di altri stati. Invece, stabilì la cassazione a sezioni riunite su Ferrini, si tratta di un principio che non vale quando siano in discussione crimini contro l'umanità come quelli commessi dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Una rivoluzione che ha poi aperto la strada alla richiesta di citazione in giudizio della Germania nel processo per la strage di Civitella davanti al tribunale militare della Spezia. Fu quella la prima sentenza in cui la Repubblica Federale fu condannata quale responsabile civile del massacro, perchè erede giuridica del defunto stato nazista. E da allora ci sono state ripetute pronunce del genere da parte di tribunali italiani, per Marzabotto, per Sant'Anna di Stazzema e ultimamente anche per Vallucciole, verdetto in luglio del tribunale militare di Verona.

Luigi Ferrini, l'uomo che ha cambiato la storia del diritto internazionale in materia di crimini nazisti, fu catturato dai tedeschi a Talla nell'agosto 1944, al momento del passaggio del fronte. Deportato in Germania fu costretto a lavorare come schiavo di Hitler in una fabbrica che produceva aerei da guerra. Tornata in Italia si è battuto per anni allo scopo di ottenere un risarcimento dello stato tedesco che gli è stato a lungo negato e che anche ora, nonostante la sentenza della corte d'appello di Firenze, non gli è stato ancora pagato. Dipenderà tutto dal verdetto della Corte dell'Aja, atteso per i primi mesi del 2012.