'L'ultimo viaggio', il nuovo libro di Camillo Brezzi parla di Olocausto

La presentazione domani per il Giorno della Memoria

Camillo Brezzi

Camillo Brezzi

Arezzo, 26 gennaio 2021 - A vent’anni dall’istituzione del primo Giorno della Memoria, l’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano ricorda le vittime dell’Olocausto attraverso le storie di alcuni deportati nel lager di Auschwitz-Birkenau, e raccolte da Camillo Brezzi nel volume 'L’ultimo viaggio. Dalle leggi razziste alla Shoah'. Mercoledì 27 gennaio alle 17,30, l’autore ne parla con Umberto Gentiloni Silveri in un incontro, coordinato da Patrizia Gabrielli, online sui canali dell’Archivio -facebook.com/archiviodiari e youtube.com/archiviodiari e ospitato nel calendario di appuntamenti organizzato dalla Regione Toscana. Due delle testimonianze raccolte da Brezzi, Piero Terracina e Shlomo Venezia, sono custodite a Pieve Santo Stefano dall’Archivio dei diari. 

Si legge nel volume: La deportazione degli ebrei nei campi di sterminio rappresenta l'atto più drammatico della Seconda guerra mondiale. Un atto che fu messo in pratica dai nazisti con il solerte aiuto degli italiani, che si trattasse di militari della Repubblica Sociale o di comuni delatori. Il volume ripercorre le storie di alcuni deportati, concentrandosi sulle fasi iniziali della «soluzione finale»: l'arresto, poi il viaggio e l'arrivo sulla Judenrampe, la banchina di Auschwitz-Birkenau dove avveniva la prima selezione. È questa la prima tappa di una discesa all'inferno in cui i prigionieri cominciano a perdere lo status di esseri umani. Nei vagoni (usati solitamente per il trasporto di animali) viaggiano stretti, pressati uno all'altro, utilizzando un bidone per i bisogni corporali; i giorni e le notti si susseguono e si rischia di perdere la nozione del tempo; la fame e la sete si fanno sempre più crudeli, così come le urla dei comandi, pronunciati in una lingua incomprensibile ai più. Intrecciando le testimonianze di Liliana Segre, Primo Levi, le sorelle Tatiana e Andra Bucci, Shlomo Venezia, Pietro Terracina e Sami Modiano con quelle di altri sopravvissuti, il libro spalanca la porta su un orrore che non saremo mai in grado di comprendere fino in fondo, di cui è però necessario tramandare la memoria e mantenere salda la coscienza collettiva. Le impressioni, le sensazioni, le percezioni, che i salvati hanno restituito nelle loro memorie sono una preziosa fonte per ricostruire quell'indicibile tragedia, una ricchezza per gli studiosi, una grande pagina di letteratura civile.