Scanzi e l'inaudita bellezza dei Pink Floyd, dal tutto esaurito alla standing ovation

Centinaia di persone rimaste senza biglietto per la serata conclusiva del Passioni Festival. Ma il giornalista promette una nuova data con replica a settembre. Un racconto serrato durato tre ore per un omaggio alla più grande band del mondo. E ora il tour

Scanzi, Pink Floyd, Passioni festival

Scanzi, Pink Floyd, Passioni festival

Arezzo 8 luglio 2019 - Trecento persone dentro, che sin dalle 5 del pomeriggio hanno fatto la fila per accaparrarsi i biglietti. Altrettante fuori a cercare di lasciarsi trasportare dal racconto di Andrea Scanzi e dalla musica dei Pink Floyd di là dallo schermo e dal palcoscenico, nella terrazza dell’arena Eden. Domanda chiave. Sono qui per Scanzi o per i Pink Floyd? L’età media è alta, di quelli che dalla fine degli anni Sessanta la mitica band di Barrett, Waters, Wright, Mason e Gilmour l’hanno seguita, ascoltata, riascoltata, ci sono cresciuti, e se la portano dentro indelebilmente. Come Scanzi che la loro storia l’ha raccontata con la precisione del giornalista e la passione del fan. Quindi la risposta è: per tutti e due.

Credevamo di sapere tutto di questo gruppo ma la serata “Shine On. L’inaudita bellezza dei Pink Floyd” che ha visto per tre ore sul palco dell’Eden a chiusura del Passioni festival Scanzi e la tribute band pescarese Floyd On the Wing by Terzacorsia ha stupito tutti. Aneddoti, tormenti, scelte dolorose, incontri inimmaginabili come con Antonioni e Kubrick, amori e odio fra gli stessi musicisti della band che ancora oggi è avanti, avanti a tutto e avanti a tutti, che dopo 50 anni ancora è una conferma per la perfezione visionaria della sua musica. Ha stupito il finale, serrato come i ritmi di The Wall, dove Scanzi per quattro minuti smette di raccontare, indossa gli occhiali, veste i panni di Pink e si trasforma in attore. Ha stupito la voce della cantante chiamata a dare tutta se stessa nell’assolo più bello, lungo e straziante della storia della musica, la difficilissima “The great gig in the sky” di quell’album perfetto che è “The dark side of the moon”. Ha stupito la bravura dei musicisti nonostante siano da tempo riconosciuti come la tribute band più fedele al gruppo londinese. Non aveva bisogno di convincere il pubblico Scanzi, erano tutti lì per rivivere le emozioni del primo ascolto, in una condivisione di ricordi, percorsi, suggestioni. Ha rischiato parecchio perchè gli appassionati non perdonano quando si toccano i miti. L’applauso con stand ovation ha dato la risposta. Anche agli organizzatori del festival Marco Meacci e Mattia Cialini che hanno confermato la volontà di andare avanti sempre a ingresso gratuito fedeli a un impegno preso dal 2013 con la città.

Il viaggio comincia alla fine degli anni Sessanta con Syd Barrett vittima di se stesso oltre che dall’alcol, della droga e della sindrome di asperger che lo costringerà a smettere subito dopo aver messo le radici all gruppo musicale più importante e di aver fatto uscire The piper at the gates of dawn il primo album che apre anche il concerto con Astronimy Dominea. “I Pink lo hanno dovuto simbolicamente ‘uccidere’ per poter andare avanti, ma quella scelta tormentata e dolorosa li segnerà per sempre e Syd sarà citato e ricordato in tutti i loro album” spiega Scanzi. Tre ore scorrono veloci tra i brani di Ummagumma, Atom Heart Mother,  Meddle,The Drak site of the moon,  Wish You Were Here e la narrazione di Scanzi tra gli incontri con il regista Michelangelo Antonioni che li vorrebbe come colonna sonora dei suoi film per poi scartare le canzoni più belle e loro che invece dicono no a Kubrick, tra il loro tentativo quasi impossibile di restare uniti come prima nonostante la guida “dittatoriale” di Waters che li dividerà sempre di più, e la pazzia che sembra alleggiare come una minaccia sopra la band, tra le domande esistenziali senza risposta e il maiale volante Algie di Animals che bloccherà l’aeroporto londinese fino all’ossessione di Waters per la guerra che gli portò via il padre durante lo sbarco di Anzio e che sfocerà con tutta la sua potenza in The Wall. E’ Comfortably numb a chiudere la serata dopo l’una di notte “la canzone perfetta di un album perfetto”.

“Questo evento ci è sfuggito di mano - ha ammesso Scanzi - volevamo fare solo qualche data ma dopo le 5mila persone a Silvi Marina e la giornata di oggi faremo un tour e prometto che torneremo a settembre ad Arezzo per chi è rimasto fuori  senza biglietto, sempre con il Passioni che è un grande festival, tenetevelo stretto”.