"Premio Arezzo", mostra all'Artistico come 60 anni fa: omaggio all'arte contemporanea

Inaugurazione oggi venerdì 15 marzo alle 18. Fino al 31 marzo opere degli artisti in concorso, una sezione dedicata a chi vi partecipò sessant'anni fa e una retrospettiva su Enio Lisi. La storia del premio creato nel 1959 da Tenti, Mercantini e Novi che ha portato in città i più noti pittori del Novecento

Premio Arezzo

Premio Arezzo

Arezzo 15 marzo 2019 - Trenta artisti in gara con dipinti, disegni e sculture, una mostra retrospettiva di Enio Lisi e una sezione che ospita tutte le “firme” che sessant’anni fa parteciparono alla prima edizione del Premio Arezzo. Era il marzo 1959 quando il sindaco Aldo Ducci, l’architetto Mario Mercantini, il pittore Dario Tenti e lo scrittore e critico d’arte Mario Novi si inventarono la rassegna d’arte che portò in città i grandi maestri del Novecento e che esportò i grandi maestri aretini. Torna il Premio Arezzo, torna oggi alle 18 al Circolo Artistico che fino al 31 marzo ha messo a disposizione tutte le sue sale a chi ha risposto alla chiamata del critico d’arte Danilo Sensi. Parteciperà anche Cesare Orler della nota galleria d’arte. E stasera, venerdì,  dopo la cerimonia di inaugurazione cena nel salone delle feste con gli artisti aperta a tutti ma su prenotazione.

Un omaggio all’arte contemporanea aretina e non solo, per ricordare artisti come lo stesso Tenti, i fratelli Caporali, Cavallucci, Onali, Naldi, Lani Lisi, Gardeschi, Purificato, Villoresi, Maccari, Conti ma anche per ricordare che Arezzo è una terra d’arte e che quell’età dell’oro può tornare. Non a caso, come allora, la UnoAErre donerà oggetti in oro ai tre vincitori e a tutti i partecipanti, così come faceva sessant’anni fa quando metteva in palio un chilo d’oro. Tempi diversi ma stessa filosofia. La mostra vedrà i nuovi artisti affiancarsi agli “storici” che anche stavolta hanno deciso di “gareggiare”, dai 30 ai 90 anni di età come Onali qui in mostra con una delle sue ultime creazioni. Uno scambio di idee, tecniche ed emozioni, dal giardino di cartapesta alle fotografie, dalle sculture in legno a una moderna Pietà dalla pelle nera fino all’installazione dei quadri viventi dedicati a Caravaggio e Vermeer.

Una sezione sarà dedicata a quanti parteciparono alla prima edizione del premio con le loro opere, compreso uno studio di Purificato, alle biografie, ai cataloghi del Premio Arezzo degli anni Sessanta. Non le stesse opere, purtroppo, perché i dipinti che dovevano costituire il fondo della Galleria comunale d’arte contemporanea di Piazza San Francesco o sono sparsi tra gli uffici comunali o si sono rovinati in soffitte e magazzini e sono scomparsi. Una brutta pagina ancora tutta da chiarire. Ma il Premio Arezzo di oggi vuole essere una festa, e un modo per ricordare un artista schivo come Enio Lisi, docente di storia dell’arte al Liceo Scientifico ma artista a tutto tondo. I suoi quadri raccontano avanguardia e futurismo, le sue ceramiche create con caporali sono ancora nelle facciate di aziende e palazzi cittadini, le sue sculture omaggiano Arezzo. Erano gli anni in cui gli artisti si mettevano al servizio della città e la città era ben contenta di lavorare con loro. E come allora le opere in mostra saranno in vendita e gli artisti che lo vorranno potranno dare una loro creazione. Ma questa volta al Circolo Artistico.