L'Europa del 1968 nei diari dei giovani. Inizia il Premio Pieve

Trentacinquesima edizione del Premio a Pieve Santo Stefano. Mostre di manoscritti, scritture femminili, storie dagli archivi europei e parole e musica del '68 con Matteo Caccia, Nicola Maranesi e Andrea Merendelli

Matteo Caccia i Butterflies on flowers

Matteo Caccia i Butterflies on flowers

Arezzo 12 settembre 2019 - Inizia oggi giovedì 12 settembre la quattro giorni del Premio Pieve a Pieve Santo Stefano. La trentacinquesima edizione, speciale ricca di incontri, spettacoli, testimonianze che vede l’arrivo di amici vecchi e nuovi, quelli che qui hanno lasciato diari o quelli che l’Archivio e il suo Piccolo Museo quando l’hanno incontrato non l’hanno più lasciato e, anzi, ci hanno attinto con il loro lavoro di attori, giornalisti, scrittori, registi. Come Matteo Caccia, attore, conduttore radiofonico (Radio Popolare, Radio2, Radio 24), autore che ama raccontare le storie degli ascoltatori e che a Pieve ha trovato una vera e propria miniera. Giovedì sarà in scena alle 21,30 a Campo alla Fiera con Andrea Merendelli (autore e regista di Tovaglia a Quadri di Anghiari) e Nicola Maranesi (coordinatore del progetto Grande Guerra per l’Archivio) con lo spettacolo “Butterflies on flowers. Diari, parole e musiche dall’Europa del ’68” con Isabel Moes e Francesca Ritrovato, musiche di Helena Ruegg, Quique Sinesi e Saverio Zacchei. Dai diari di ragazzi che il 1968 lo hanno vissuto direttamente in piazza o dentro le mura di casa tra Francia, Spagna, Portogallo e Croazia, un affresco europeo che ci riporta a quell’anno in cui tutto è cambiato, come una diretta dal passato.

Spettacolo che nasce all'interno del progetto "Stire the future. Artisti, memoria e diritti civili per l'Europa del terzo millennio" promosso dall'Archivio e cofinanziato dall'Unione Europea nell'anno europeo del patrimonio culturale del programma Creative Europe e che vede come partner gli archivi di Lisbona in Portogallo, Signoce in Francia, Pazin in Croazia e Teatro di Anghiari e che dopo Pieve andrà in scena a Lisbona.

“Una ricerca enorme che io per fortuna ho trovato pronta - spiega Matteo Caccia - il mio compito è di fare quello che faccio in radio, creare un legame tra le varie testimonianze. Raccontiamo il ’68 privato ma anche quello delle piazze. C’è la giovane siciliana che si ribella al fidanzato tiranno, che non ha idea di quello che sta succedendo nel mondo ma vive il suo personale ’68. Ci sono i giovani della ex Jugoslavia che per protesta dipingono di rosso la piazza della loro città sentendo l’eco arrivare da Parigi e dall’Europa. Il1968 è un paradigma, quel senso di ribellione che può ripetersi anche oggi, in una piazza o all’interno di una famiglia, sempre”. Anche Caccia si è innamorato dell’Archivio: “Per la radio cercavo storie di persone da raccontare, quando l’ho scoperto grazie a Nicola Maranesi ho fatto festa. Da quel luogo non ne esci mai asciutto, ti rimane sempre addosso qualcosa, Rabito di ‘Terra matta’, Clelia Marchi e il suo lenzuolo, i bigliettini che Orlando Orlandi dal carcere scriveva alla madre e alla fidanzata nascondendoli nel colletto della camicia”. E c’è anche Antonio Cocco e il suo scritto “Ridotta Isabelle”, giovane che si arruola nella Legione Straniera senza più ritornare per non aver avuto il coraggio di dire al padre che rischiava di essere bocciato, a cui Caccia dedicherà presto un programma.

Ma la giornata di Pieve di giovedì prevede anche l’incontro “Store the future” con Gianfranco Capitta e Andrea Merendelli sulle memorie e i documenti degli archivi europei legati al ’68, ai diritti civili, ai movimenti artistici, alle 18,30 al teatro comunale, e le mostre dei manoscritti più belli arrivati in Archivio, dei disegni ispirati dai diari e l’installazione di Line Kuhl e Giula Ottaviano dedicata ai diari delle donne.