I cento anni di Fellini, mostra fra cimeli e ricordi al Museo dei mezzi di comunicazione

Apertura sabato. Un viaggio nel mondo del cinema tra oggetti di scena, foto, antiche cineprese che ricostruiscono l'atmosfera del set di Fellini. Fino a giugno incontri a tema e ospiti a sorpresa

Mumec, i 100 anni di Fellini

Mumec, i 100 anni di Fellini

Un film non sarebbe tale senza i rumori, i suoni,  la fotografia, la regia, la musica. C’è un mondo dietro la macchina da presa, ci sono personaggi che lavorano così tanto insieme da diventare non solo amici, ma una famiglia. Fellini amava questi e si circondava di professionisti che salvano cosa lui volesse quando era sul set. E in un set c’era proprio tutto, persone ma anche oggetti. C’era la valigia del rumorista  con dentro ci sono guantoni da pugilato che simulano il rumore di un corpo che cade, un campanello, scarpe, noci di cocco per simulare lo zoccolo dei cavalli, una catena, rotelle di pattino e tanti nastri magnetici, uno per ogni rumore. Proprio quella che accoglie per prima il visitatore della mostra “Fellini 100” organizzata dal Museo dei mezzi di comunicazione di via Ricasoli ad Arezzo che celebra i cento anni del maestro del cinema italiano, un evento inserito nel calendario ufficiale promosso dal comitato “Fellini 100” del Ministero dei beni culturali e nella giornata mondiale Unesco degli audiovisivi, presentato in anteprima a Rimini e che sarà inaugurata sabato 24 ottobre alle 10,30.

Ci sono le foto di Renato Marinelli ed Enzo Diliberto, rumoristi, storici compagni di viaggio e di lavoro di Federico Fellini. Ma di Fellini ci sono anche i manifesti originali, le macchine da presa e quelle del set, foto di scena con il maestro che indossa gli occhiali da saldatore per focalizzare meglio la scena che sta girando, le musiche firmate da Nino Rota, il megafono. Doveva esserci un convegno con tante personalità, amici di Fellini e del mondo dello spettacolo, ma le nuove restrizioni covid lo hanno reso impossibile. Ma il viaggio nel mondo del cinema resta possibile nell’auditorium Ducci e nelle sale del museo. Ad accogliere il visitatore un disco vinile con le musiche di Rota, foto di scena e gli oggetti usati sul set dal  violino al telefono bianco anni Cinquanta, la macchina fotografica reflex e le Polaroid che il fotografo di scena Tonino Della Belli usava durante le riprese. E nell’auditorium la cinepresa 35 millimetri, pezzo originale anni Quaranta usata fino agli anni Sessanta trovata dal collezionista Fausto  Casi in Toscana e ancora funzionante, quella da 16 millimetri come richiedeva la Rai, i fari da set e da teatro, la moviola, la seduta da regista, le foto originali del film “La strada” con Masina e Anthony Quinn, i manifesti. Tutti pezzi della collezione di Fausto Casi.  “Punto cardine del progetto - spiega Valentina Casi direttrice del Mumec - vuol essere rieducare i giovani al mondo del cinema, iniziando dalla bellezza e dal ruolo centrale di quello Italiano le cui anime più nascoste sono evidenziate nell’esposizione”. Mostra aperta fino a giugno che vedrà in questi mesi incontri, proiezioni e visite speciali di personaggi del cinema.

Apertura sabato dalle 10.30 alle 13 con prenotazione obbligatoria allo 0575 377662 oppure 3498932046 o scrivendo a [email protected] a  ingresso gratuito con interviste e dirette live degli ospiti presenti nel percorso museale, sia attinenti all’esposizione, sia alla celebrazione Unesco. La mostra resterà visitabile fino al giugno 2021. Disponibile anche il catalogo redatto dal curatore Fausto Casi.