Balilla blues: premio Diari al novantenne Cipriani. "Ricordo netti i fatti di allora" FOTO

Dalla camicia nera indossata dal padre per difenderlo alla scoperta della libertà grazie al jazz di Armstrong: e a 90 anni si emoziona a Pieve. Devolve l'assegno ai terremotati e a Medici senza frontiere

ivano cipriani

ivano cipriani

Arezzo, 18 settembre 2016 - Un affresco che non si ferma alla storia ma va tra le pieghe della vita di una famiglia: comunista per vocazione, "fascista" per paura. Con il diarista piccolo balilla a interrogarsi sul perché venisse sgridato ogni volta che esponeva la foto di Mussolini in casa. Lui, Ivano Cipriani: che per il 90 anni si è regalato l'emozione di arrivare primo al Premio Diari di Pieve Santo Stefano.

"Mentre mi avvicinavo - ha spiegato nel ricevere il premio - alla soglia dei 90 anni mi sono deciso a raccontare l’inizio della mia vita, anche perché ho scoperto che quando si ha la mia età, ci si ricorda più facilmente di quello che è accaduto molto tempo addietro piuttosto che di quello che è avvenuto l’altro ieri. Mi è capitata sott’occhio una frase tratta da un aforismo di Franz Kafka, che recita “Una gabbia partì alla ricerca di un uccellino”.

Ed io ho capito che questo era l’inizio della storia della mia vita, la storia di una gabbia di affetto famigliare in cui sono cresciuto, e che mi era stata costruita intorno per difendermi da una gabbia ancora più grande, quella del contesto politico e sociale che ci circondava. Il fascismo”.   

"Balilla Blues": un titolo che raccoglie la "camicia forzata" che gli mettevano per proteggerlo e il vento della libertà, che almeno per lui cavalcava la musica di Satchmo, Louis Armstrong, la sveglia di una generazione. Ivano è a Pieve e ha raccontato gli altri segreti di quelle carte minuziosamente scritte nel corso del tempo.

Romano, una grande famiglia pistoiese alle spalle, il passaggio durante il ventennio tra idee che erano contrarie a quelle familiari fino alla riscoperta di se stesso. E' lui il protagonista di questo premio che ormai è un punto fermo della cultura italiana. Ha deciso di devolvere l'assegno legato al premio:mertà ai terremotati del centro Italia e metà a Medici senza frontiere.

E segnalazioni sono andate anche a Cinzia Pinotti con il suo "Vera" e a Giulio Cesare Scatolari con "Millenocento Africa". Lei cremonese e lui jesino, entrambi in racconti faccia a faccia con la morte (di qua la figlia e di là i pazienti curati in un 'Africa travagliata) ma anche con la speranza e con il riscatto. Deisgnati, loro come il vincitore, da una giuria nazionale che ha passato al setaccio oltre cento manoscritti, riducendoli prima a 8 finalisti e proclamando oggi i migliori.

La pioggia battente nel pomeriggio non ha fermato il racconto che ormai ogni anno scivola giù da Pieve, arricchendo l'archivio diaristico e offrendo storie che da qualche anno anche il cinema ha cominciato a fare sue. Con il Premio Città del Diario assegnato stavolta a Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, che unisce così il suo nome ad un albo d'oro che conta tra gli altri Ettore Scola, Carlo Lucarelli, Sergio Zavoli, Nanni Moretti e tante altre personalità.