Teatro, le idee per ripartire secondo Kovacevich e Boncompagni

Spettacoli itineranti e progetti 'micro' per restare in sicurezza

Amina Kovacevich

Amina Kovacevich

Arezzo, 6 giugno 2020 - Come tornare allo spettacolo dal vivo? La domanda è sulla bocca di tutti, operatori del settore e pubblico di appassionati. In vista della data del 15 giugno, che dovrebbe sancire la riapertura delle attività, iniziano ad arrivare le prime proposte. Dal teatro urbano al micro-teatro, una ripartenza dell’arte teatrale dal vivo è possibile. A sostenerlo sono registi, docenti e attori locali che, in questi giorni, sono al lavoro per ideare modalità e progetti per tornare a proporre spettacoli, letture e monologhi già nel corso dell’estate. Tra i più storici promotori della scena culturale aretina rientra la Libera Accademia del Teatro che, al momento dello stop delle attività imposto dal lockdown, si è riorganizzata in videoconferenza per mantenere il contatto con gli allievi dei propri corsi e per dar seguito alla didattica con l’obiettivo di poter continuare a lavorare alla realizzazione di qualche saggio. Forme e modalità sono ancora da stabilire, ma l’intenzione è di essere pronti a regalare qualche assaggio di teatro nei luoghi più belli di Arezzo. «Un teatro urbano è possibile - commenta Amina Kovacevich – con proposte da mettere in scena nelle vie e nelle piazze della città, dunque all’aperto, con un percorso itinerante tra diversi luoghi da far vivere a piccoli gruppi di spettatori per assicurare il distanziamento interpersonale e le misure di sicurezza. Sarebbe un primo ritorno verso la vera essenza del teatro che è caratterizzata anche dal contatto umano». Spettacoli post-Covid19 a diretto contatto con i luoghi e con gli ambienti è proposto anche da Samuele Boncompagni dell’associazione culturale Noidellescarpediverse. L’idea al vaglio dell’attore, regista e docente aretino è di sfruttare una formula «cammini e narrazioni» che è già andata in scena negli anni passati nel borgo di Raggiolo. Boncompagni è promotore di un micro-teatro itinerante da rivolgere a piccoli gruppi di spettatori e da svolgere negli angoli più suggestivi dei borghi montani o all’aperto in mezzo alla natura. «L’esperienza vissuta a Raggiolo negli anni passati», spiega, «ha mostrato la possibilità di poter vivere un teatro periferico, di montagna, di piccolo borgo, di piccola comunità aperta al turismo di qualità, al turismo di prossimità, al concetto di vita slow. Questa può essere una formula per ripartire già da questa estate con micro-eventi in condizioni di sicurezza»