{{IMG_SX}}Arezzo, 16 luglio 2007 - E’ finita male la notte brava dei 'vitelloni' in salsa nostrana, perdigiorno come quelli del film famoso ma neppure capaci, nello stile dell’Alberto Sordi di Fellini, di cavarsela con l’inseguimento da parte degli operai infastiditi. No, loro, cinque ragazzi della Valdichiana si sono fatti portare direttamente in galera dopo aver scatenato il caos nella zona delle prostitute a San Zeno e aver fatto temere per qualche decina di minuti che fosse tornata in azione la banda dell’Arancia Meccanica. Invece la pistola con cui hanno sparato addosso alle lucciole era solo un’arma giocattolo, le pallottole che hanno colpito le belle di notte, scatenando il panico, di gomma e il tentativo di rapina niente altro che il modo maldestro di inventarsi qualcosa in una notte afosa di piena estate.

 

Comincia tutto attorno a mezzanotte e mezzo, quando il centralino del 113 viene bersagliato di telefonate. Sono le prostitute di San Zeno che chiamano coi cellulari: "Correte, ci stanno sparando addosso". E’ più che sufficiente a far partire una prima Volante, che arriva nella zona, raccoglie le testimonianze e individua subito la macchina, una Peugeot 106, dei ragazzi. Poi un inseguimento di circa 500 metri, l’arrivo di una seconda volante, e l’alt imposto alla vettura, dentro un distributore di benzina. Dall’auto scendono cinque giovani, tutti fra i 22 e i 23 anni come si scoprirà poi dai documenti, 'vitelloni' appunto, che si barcamenano fra la vita di studenti universitari e qualche lavoretto. Dalla perquisizione esce fuori una pistola giocattolo, di quelle col tappo rosso ad aria compressa, nascosta sotto il sedile anteriore. Non è certo un’arma pericolosa ma lì per lì, di notte, fa un rumore quando spara che può farla assomigliare a una rivoltella vera.

 

I ragazzi l’hanno usata per minacciare una prostituta e un trans dopo aver finto di contrattare una prestazione sessuale. A entrambi hanno sparato addosso colpendoli alle gambe con i proiettili di gomma che non uccidono ovviamente ma fanno comunque male. Tanto che le vittime devono andare a farsi medicare al pronto soccorso. Contro il trans c’è stato anche un tentativo di arraffare la borsetta e altri oggetti personali.

 

Quanto basta perchè i 'vitelloni' siano sconfinati nel reato di tentata rapina, aggravata dall’uso di un’arma, per quanto sia solo di plastica. C’è poco da fare: è una situazione per quale la legge prevede l’arresto in flagrante. E infatti per i cinque scatta il solito rituale dell’accompagnamento in questura, dell’identificazione e poi del trasferimento in carcere, a disposizione del Pm di turno Julia Maggiore, che oggi dovrà avviare le procedure di convalida dell’arresto. Il buffo è che per i ragazzi la lezione rischia di diventare severa. Non è detto infatti che nel caso di una tentata rapina si proceda per direttissima, con scarcerazione già oggi. E se si avanti col rito ordinario, gli studentelli potrebbero passare al fresco qualche giorno. Impareranno almeno che ci sono modi migliori per ingannare il caldo di una notte d’estate?