Firenze, 22 gennaio 2010 - Blindato dentro la Casa Bianca, Matteo Renzi si rifugia negli sms, aspettando che arrivi il presidente degli Stati Uniti per il pranzo. La parola magica è: «Firenze». «Questa città apre tutte le porte», confessa emozionato. E’ per questo che si trova lì, nei saloni che hanno ospitato Kennedy e Nixon, Roosevelt e Truman. Renzi insieme ai sindaci di Hiroshima e Città del Messico, unici non statunitensi ammessi alla corte di Obama: il resto è una pattuglia composta da un centinaio di americani, rappresentanti della United States Conferenze of Mayors, in corso a Washington. Pranzo ufficiale in piedi fra commessi in alta uniforme ed enormi dipinti di grandi presidenti. Il presidente ha parlato ai sindaci, poi ha salutato gli ospiti.

Quando Renzi si è avvicinato e si è presentato pronunciando il nome di Firenze, Obama ha sorriso esclamando: «Bella città, è quella dove si mangia meglio nel mondo». Poi il sindaco gli ha donato un distintivo con il giglio che aveva in tasca aggiungendo di aver lasciato allo staff una bottiglia di vino rosso. Regalo accolto da Obama con un precisazione («Tuscan wine?») e subito dopo un italianissimo: «Grazzzzzie». La cena è cominciata alle 20 ora italiana e si è conclusa intorno alle 21, compresi i discorsi e i saluti. Un’occasione unica per il sindaco Renzi, di poter avvicinare il presidente degli Stati Uniti. Nessun riferimento alle celebrazioni per i cinquecento anni della morte di Amerigo Vespucci, il fiorentino che ha scoperto l’America (per quell’evento stanno lavorando canali diplomatici), ma l’occasione della visita può essere proprio il 2012.

L’accostamento con l’anno vespucciano, Renzi lo ha invece fatto nel discorso ai sindaci americani riuniti in assemblea: «Mi piacerebbe lanciare un’idea: saremmo onorati di ospitare nel 2012 la conferenza dei sindaci Usa a Firenze. Questo è un invito per fare l’incontro in Palazzo Vecchio, di fronte al David di Michelangelo». Poi Renzi ha spiegato: «Voi siete gli Stati Uniti d’America, l’uomo che ha dato il nome al vostro Paese era un fiorentino e il suo nome è Amerigo Vespucci. Nel 2012 ci sarà un anniversario importante: 500 anni dalla morte di Amerigo, 500 anni dalla morte di colui che è l’inventore, in qualche modo, di un continente. Con il sostegno del governo italiano, la città di Firenze organizzerà un evento speciale, lungo un anno, per ricordare Amerigo e la sua vita meravigliosa». Renzi ha continuato spiegando i motivi per cui la vicinanza fra Firenze e gli Stati Uniti ha un significato speciale: «Amerigo non ha scoperto l’America, ma ha avuto un ruolo più significativo: ha dato il suo nome all’America e la consapevolezza di essere un Paese nuovo.

Firenze e gli Stati Uniti condivideranno gli stessi valori per sempre». Poi il sindaco ha richiamato gli anni recenti della storia nazionale e il legame affettivo che si è creato durante la guerra di liberazione dal nazifascismo («I vostri nonni hanno combattuto a Firenze per aiutarci a riconquistare la libertà dopo 20 anni di regime»). Corde emotive del passato, ma anche corde sensibili di oggi, perchè il feeling con gli Stati Uniti è segnato dalle università americane che hanno la sede nella nostra città. «Oggi i vostri figli vengono a studiare a Firenze, la città che ha il maggior numero di Università americane al di fuori degli Stati Uniti», ha ricordato il sindaco. E questo rappresenta un motivo in più per sostenere l’invito e per spendere il nome di Firenze nel mondo.