Firenze, 9 maggio 2008 - La mostra fotografica in corso in questi giorni a Firenze presso il Teatro comunale, intitolata “The brutality of fact” (La brutalità delle cose), dell’artista Isabella Gherardi, raffigurante l’artista con in braccio un coniglio seviziato e scuoiato per rappresentare una vittima inerme, è all’attenzione dell’Ufficio legale della LAV - come si legge in un comunicato della stessa LAV.

 

La LAV intende verificare l’ipotesi che l’animale possa essere stato appositamente ucciso per le finalità perseguite dall’artista. La LAV ha chiesto agli organizzatori della mostra e al Centro Pecci di Prato, dalla cui collezione proviene l’opera in oggetto, di conoscere la loro posizione in merito e di prendere immediati provvedimenti nel caso in cui un’opera artistica derivi da maltrattamenti o da uccisione ingiustificata di animali, reati perseguiti con la reclusione.

“Invitiamo l’autrice dell’opera a fugare ogni dubbio circa la provenienza dell’animale protagonista delle foto e soprattutto circa le modalità della sua presunta uccisione - dichiara Mariangela Corrieri, responsabile della LAV Firenze - In assenza di un tempestivo chiarimento, utile anche per le numerose persone che si sono rivolte alla LAV impressionate dall’opera in questione, ci riserviamo di sporgere denuncia per il reato di uccisione di animali senza necessità”.

 

La LAV ricorda che, ai sensi dell’articolo 544 bis del Codice penale:“Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi”.