Iva Zanicchi confessa il suo sogno: "Voglio tornare a Sanremo"

Standing ovation per la cantante intervistata da Bartoletti

ENTUSIASMO Teatro  strapieno per l’incontro con Iva Zanicchi condotto da  Marino Bartoletti e organizzato da Franca Dini

ENTUSIASMO Teatro strapieno per l’incontro con Iva Zanicchi condotto da Marino Bartoletti e organizzato da Franca Dini

Viareggio, 18 aprile 2016 - Tutti in piedi per Iva Zanicchi al Teatro Comunale di Pietrasanta, a sancire non solo il suo trionfo di donna e di artista, ma anche il successo della seconda serata di “Due voci e una chitarra”, la manifestazione organizzata da Franca Dini, ideata e condotta da un Marino Bartoletti in questa occasione, mai così complice dell’ospite. Quasi due ore di musica, ma anche di aneddoti, di racconti, a volte di autentica “storia” di questo Paese, narrata attraverso le canzoni ma anche attraverso gli aneddoti personali di una ragazza nata nell’Appennino emiliano ai confini con la Toscana (la chiamavano ‘garfagnina’), che per andare a scuola doveva camminare sotto la neve e portare, come i suoi compagni, la legna per riscaldare la classe.

Iva, l’unica donna a vincere tre Festival di Sanremo (nel ‘67 con “Non pensare a me”, nel 69 con “Zingara” e nel ‘74 con “Ciao cara come stai”), ha raccontato la sua vita professionale straordinaria, nella quale è diventata una delle cantanti italiane più amate e famose nel mondo (sta per partire per una tournée in Sudamerica), ma anche arricchita da ogni altra forma di esperienza artistica, dal cinema al teatro, dalla scrittura (sta preparando il suo terzo libro) alla conduzione televisiva. Bartoletti le ha persino fatto confessare del “corteggiamento” di Federico Fellini perché accettasse la parte di “Gradisca” nel suo Amarcord. Iva ha dato sfoggio della sua bravura, accompagnata da un partner di fama mondiale (il maestro Sante Palumbo), si è divertita omaggiando Nilla Pizzi e i primi Festival di Sanremo a cui assisteva nel bar di Ligonchio, scherzando sulla sua partecipazione allo Zecchino d’Oro e aprendo i polmoni con “La notte dell’addio”, “Testarda io” e “Un uomo senza tempo”, che ha dedicato al padre Zeffiro.

Dai dieci festival di Sanremo a cui ha partecipato, ha menzionato anche l’ultimo del 2009, quello in cui Roberto Benigni la attaccò un po’ ingenerosamente, salvo poi chiamarla per chiederle scusa. Il pubblico, mai come questa volta ai limite della capienza, ha sorriso (tanto) e a volte si è commosso per la spontaneità di certi passaggi, la profondità dei ricordi. Ha anche confessato il sogno di tornare a Sanremo il prossimo anno per festeggiare i cinquant’anni della prima vittoria (ha già anche la canzone). Prossimo appuntamento il 6 maggio con Gigliola Cinquetti.