Villa Argentina, torna a risplendere il gioiello Liberty della città. Quasi completato il restauro fatto dalla Provincia

Baccelli lancia il protocollo per la cultura: il via a novembre con la mostra sulla Grande Guerra

La città ha meritato la targa per le attività svolte in Villa Argentina (Umicini)

La città ha meritato la targa per le attività svolte in Villa Argentina (Umicini)

Viareggio, 27 luglio 2014 - GLI STUCCHI monumentali sotto le balconate esterne, precursori dei decori di Gaudì. Gli stucchi floreali a foglia d’oro del soffitto del salone. La vetrata con lo stemma e il monogramma dei Conti di Sant’Elia. Il pavimento dell’ingresso all’area nobile col rarissimo marmo nero del Belgio che sarà lucidato a specchio (in parte le lastre orginali sopravvissute alle infiltrazioni della falda, in parte nuovo). La conservazione dei pavimenti di prezioso seminato alla veneziana, a pian terreno e al primo piano, con un disegno diverso per ogni stanza: raggi, intrecci, frecce, cornici. Le celebri maioliche di San Lorenzo disegnate da Galileo Chini. Il recupero dell’argento invecchiato quale colore originario della ringhiera delle scale, che spicca contro le pareti riportate al rosso pompeiano. E gli alberi dei coralli nel giardino, gli Erythrina crista-galli portati all’epoca dall’Argentina, donde il nome della magione: sì, ormai ci siamo, tra pochi mesi Villa Argentina sarà tornata all’antico splendore. E lo si deve principalmente all’insistenza di due persone, il presidente della Provincia Stefano Baccelli, e il presidente del consiglio provinciale Andrea Palestini, incaricato di seguire i alvori. Incaponiti a superare due decenni di perdite di tempo della politica e della burocrazia. IERI Baccelli ha guidato la visita al cantiere finale della villa, dove lavorano sotto la supervisione dell’architetto Borella delle Belle Arti le ditte Cmsa di Montecatini e Piacenti Spa di Prato. C’erano i senatori Marcucci e Granaiola, il sindaco Betti, il presidente della Fondazione Carilu Lattanzi, il critico d’arte Dei che cura la grande mostra sulla I Guerra Mondiale con cui il prossimo 2 novembre sarà ufficialmente inaugurata la villa. Che Baccelli spera «possa diventare il centro della cultura e del turismo della Versilia».

IL RESTAURO di questo complesso che ha una superficie totale di 1.650 mq, e nel tempo è stato anche un albergo, è stato particolarmente complesso sia per i danni provocati dalle falde acquifere; sia perché la costruzione, in realtà, è il frutto di tre fasi di espansione tra il 1920 e gli anni ’40, e quindi assomma sui due piani, il cortile e la torretta, tre stili diversi: Liberty, Art Déco, e perfino il razionalismo dei primordi, ben visibile nella struttura della sala da pranzo: collegata alle cucine in cui sono stati recuperati i lavabi originali da corridoi «segreti», che all’epoca rendevano la servitù invisibile agli ospiti. In futuro la cucina, che affaccia sul cortile, potrà essere usata per il catering di servizio delle esposizioni. b.n.