Viareggio Porto. "La società gestita con poca chiarezza", così il de profundis è sempre più vicino

Ventura: depositata la richiesta di concordato fallimentare

Valerio Massimo Romeo e Arabella Ventura

Valerio Massimo Romeo e Arabella Ventura

Viareggio, 28 febbraio 2015 -  NAUFRAGA ormai verso il fallimento la Viareggio Porto spa. E l’unica ancora di salvezza potrebbe essere il tavolo di lavoro avviato in Regione per salvare almeno l’occupazione legata ai 600 ormeggi. Intanto la liquidatrice uscente, dottoressa Arabella Ventura, lascia l’incarico per un ingaggio in Regione ma ha già inviato all’autorità giudiziaria un nutrito dossier su «irregolarità» che avrebbero portato al buco di 4milioni e mezzo di euro per la società di gestione degli approdi turistici del porto della Madonnina. A sostituire Ventura subentra Eduardo Falzone, presentato ieri ufficialmente dal commissario prefettizio Valerio Massimo Romeo. L’ultimo atto della ex liquidatrice è stato quello di depositare il 24 febbraio istanza di concordato fallimentare che dà il via al termine dei 30 giorni nella speranza che qualche imprenditore si faccia avanti per rilevare la spa. Nel peggiore dei casi spetterà a Falzone gestire l’incombente default. I tempi stringono e qualche occasione è sfumata. «L’imperativo nel seguire questa delicata situazione – ha confidato il commissario Romeo – è stato quello della legalità. Prima abbiamo tentato di salvare la Viareggio Porto pensando una nuova società mista composta da Comune e dalla Regione che aveva già dato la propria disponibilità e, grazie alla collaborazione di Ventura, avevamo trovato soggetti interessati a partecipare ad un’eventuale gara. Avevamo avviato trattative che sono sfumate anche se investire sul porto è un affare per un imprenditore capace. Abbiamo così optato per la richiesta di concordato fallimentare, parallelamente sono state fatte verifiche contabili per capire come mai una società che incassa 1 milione e 200mila euro dagli approdi abbia generato un debito di 4milioni e mezzo di euro».

E PROPRIO i conti ‘che non tornano’ sono dettagliati nella relazione già inviata alla Procura. «C’è stata una perseveranza – dettaglia l’ex liquidatrice Arabella Ventura – a utilizzare la società per sviluppare progetti dispendiosi come il cantiere di Torre del Lago o la scuola della nautica da diporto al Collegio Colombo a fronte di rendimenti risibili. Nel dettaglio il debito è di 2 milioni verso il Comune, una parte per gli accertamenti Imu e 800mila euro per un mutuo contratto dal Comune che aveva garanzie di cui la Viareggio Porto era sprovvista, poi c’è un deficit di 1 milione 400mila euro verso il sistema bancario che mal si giustifica visto il milione 200 mila euro di incasso sicuro dagli approdi. Senza contare che al 1° gennaio scorso non erano state pagate concessioni del 2014. E’ stata condotta – prosegue – un’attività portuale ‘anomala’, squisitamente ideologica e poco razionale, tralasciando le imminenti necessità come la messa in sicurezza dei pontili e il perfezionamento del sistema antincendio».

L’URGENZA adesso è salvare le concessioni che se finissero nella procedura fallimentare significherebbero la perdita di 600 posti barca. Come? «Abbiamo attivato – tranquillizza Ventura – un tavolo di lavoro toscano per limitare ogni contraccolpo di ordine pubblico: la Regione fa parte dell’Autorità portuale e vuole salvaguardare le concessioni: il mantenimento delle barche negli approdi significa la sopravvivenza della forza lavoro che ruota attorno alla Madonnina. Senza contare che tanti diportisti hanno pagato per il 2015, è una liquidità a disposizione del curatore ma è anche corrispettivo del diritto di ormeggiare le barche e la restituzione dei soldi creerebbe un ulteriore problema».