La festa d’addio finisce in vandalismi

Chiude la storica piadineria, alcuni clienti se la prendono con l’ex gestore

La piadineria che ha chiuso

La piadineria che ha chiuso

Pietrasanta, 2 ottobre 2015 - Doveva essere una festa d’addio, nostalgica ma piena di bei ricordi. Perché la Piadineria di piazza Duomo, che ha chiuso i battenti mercoledì sera dopo otto anni di storia, è stata uno dei principali punti di aggregazione della movida pietrasantina. Invece, per colpa delle teste calde di turno, si è trasformata in una notte di follia con un probabile strascico in tribunale visto quel che è stato fatto all’adiacente Serendipity e al suo titolare Michele Bertellotti, socio (insieme a un’altra persona) della stessa piadineria. Tralasciando le bottiglie rotte lasciate in terra, le sedie del «Serendipity» sono state infatti gettate all’interno del monumento di Leopoldo e le fioriere rovesciate.

Ma il peggio è avvenuto dopo. Un gruppo di giovani clienti della piadineria ha attaccato alla porta del «Serendipity» diversi messaggi offensivi e minatori all’indirizzo del titolare, accusato di aver portato la piadineria alla chiusura. La ciliegina è arrivata via Facebook, dove una giovane si è lanciata in accuse molto pesanti verso Bertellotti completando il tutto con minacce del tipo «la pagherai». Davvero troppo per chi, come Bertellotti, sostiene di non aver mai arrecato danno a nessuno. La denuncia non è stata ancora formalizzata, ma sembra non esserci altra via d’uscita. «Quello che avete combinato – scrive Bertellotti – è deplorevole. Avevate l’occasione per dimostrare che siete meglio di quello che la gente vi giudica, ma vi siete fatti raggirare da chi vi ha usato come strumento per mettervi contro di me. Non siete mai stati dei clienti ma figlioli da crescere, a molti di voi ho dato lavoro, sono stato un confidente, eravate il mio orgoglio. In cambio volevo solo rispetto ed educazione.

Quel piccolo spazio in cui eravate relegati non era un ‘ghetto’: lo avevo lasciato a voi, proprio perché pagato solo da me, e mi avete ripagato con infamia e danni. Vorrei che il più coraggioso venisse da me per raccontargli come sono stato incastrato. Mi avete visto ogni giorno al mio posto di lavoro, con professionalità e passione: se non riposo mai e passo 16-18 ore al giorno al ‘Serendipity’ non è ‘per soldi’ come mi avete scritto voi, ma per ripagare in parte i danni che mi hanno procurato i signori che stimate».

Daniele Masseglia