Mercoledì 24 Aprile 2024

"La Camorra acquisisce aziende"

Giampaoli: "Prendono quote delle aziende e riciclano il denaro"

USURA L’assalto alla Versilia ha spesso le forme di normali «funzionari» ben vestiti

USURA L’assalto alla Versilia ha spesso le forme di normali «funzionari» ben vestiti

Viareggio, 28 gennaio 2015 - NESSUNA sopresa: la crisi affonda le aziende, e le aziende finiscono nelle grinfie dei caravattari. Anche in Versilia. Esmeralnda Giampaoli della Confesercenti lancia l’ennesimo allarme insieme all associazione di categoria Sos Impresa: «In Toscana l’usura è un reato multiforme, che coinvolge fra gli 8mila e i 10mila commercianti, per un giro d’affari di un miliardo di euro. Un fenomeno che in questi ultimi anni è profondamente cambiato: gli usurai non sono soltanto malviventi, ma anche persone in giacca e cravatta, colletti bianchi. In Versilia poi c’é anche un’usura, di camorra in maniera particolare, che tenta di reinvestire il denaro illecitamente accumulato in altre parti d’Italia acquisendo soprattutto imprese del settore turistico e della grande distribuzione». Ma va’: non ce ne eravamo accorti.

NEL RAPPORTO di Sos Impresa si scopre che «i tassi usurai sono mediamente del 10% al mese (120% annuo). E chi non paga si trova spesso spogliato di tutto». Lucca e la Versilia, insieme a Montecatini e Prato, sono le zone toscane più a rischio: «Chi entra nel giro dell’usura è un imprenditore sopratutto del commercio tra 48 e 55 anni. Attività più vulnerabili sono quelle tradizionali come fioristi, macellerie, alimentaristi. Gente che ha sempre fatto quel lavoro e che, in difficoltà, non vuole arrendersi anche perché non saprebbe fare altro. Si inizia chiedendo piccole cifre, ad esempio 5 o 10 mila euro, per rientrare di qualche debito. Poi si entra nel vortice. Non si riesce a coprire il debito, quindi la richiesta di nuovi prestiti. A quel punto l’imprenditore è nel baratro. La media di esposizione di una vittima è di 80 mila euro». «Nelle nostre zone difficilmente si arriva a minacce e danneggiamenti – osserva Giampaoli – Bastano assegni in bianco in garanzia o quote della società e gli usurai hanno in pugno la vittima. Vittima che si può individuare in piccoli o piccolissimi imprenditori che hanno già avuto il massimo dalle banche in fatto di esposizione. La vergogna per il timore di far trapelare la crisi porta questi operatori a rivolgersi a persone comunque di fiducia o conosciute. Queste sono i nuovi usurai, volti rassicuranti che rendono quasi naturale la richiesta di prestito e l’accettazione di condizioni tipiche dell’usura. Sappiamo quanto sia difficile per vittime uscire dal tunnel. Ma la denuncia è la strada maestra. Confesercenti ha uno sportello per assistere chi vuole fare la denuncia. Stiamo vivendo un periodo di crisi in cui il piccolo commercio è forse coinvolto più di altri settori. Ma esistono strumenti legali per provare a superare le difficoltà. Noi siamo a disposizione».