Acqua al tallio, duello rusticano Lombardi-Mallegni: la lite sull’acquisto delle miniere Edem

Il consiglio aperto è finito alle 2,30. Troppi interventi istituzionali / VERSO LA REVOCA DELL'ORDINANZA DI NON POTABILITA' / IL CONSIGLIO COMUNALE APERTO: IL SINDACO CHIEDE L'ANNULLAMENTO DELLE BOLLETTE / FOTO / LE RICHIESTE A ROSSI / ROSSI BACCHETTA LOMBARDI / ACQUA AL TALLIO: LA REGIONE PROMETTE SOLDI MA CHIEDE RAPIDITA' / DIVIETO RISTRETTO A TRE STRADE / GLI ARTICOLI DE LA NAZIONE

INTERMINABILE Dopo le relazioni il vero dibattito iniziato a notte fonda

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Viareggio, 20 novembre 2014 - «LA RESPONSABILITA’ va da una parte, tu da quella opposta!». «No, sei tu che devi rispondere ai cittadini dell’infasto acquisto delle miniere di Valdicastello!». Gli altoparlanti del teatro comunale hanno vibrato non poco quando l’ex sindaco Massimo Mallegni e il sindaco Domenico Lombardi si sono scambiati queste parole al fulmicotone risvegliando una platea in catalessi vista l’ora tarda. Il resoconto che abbiamo fatto ieri sul consiglio comunale aperto di mercoledì si era fermato alla mezzanotte (per esigenze di stampa), ma la seduta è proseguita fino alle 2,30 regalando al pubblico l’inatteso match tra chi ha portato e chi ora porta la fascia tricolore.

A FAR saltare i nervi al primo cittadino è stato l’affondo di Mallegni sugli errori commessi durante l’ermegenza tallio. «In realtà non volevo attaccarlo – spiega l’ex sindaco – ma Lombardi ha pronunciato una tale sequela di imprecisioni e accuse velate che non ho potuto fare altrimenti. Avrei voluto parlare di salute pubblica, che ha la priorità, e sulla necessità di scongiurare ulteriori contaminazioni. Ho dovuto invece ricordare i ritardi oggettivi di questa vicenda, vedi l’enorme intervallo tra la scoperta del tallio, comunicata dai geologi ad Asl, Comune, Gaia e Arpat l’11 settembre, e la prima riunione operativa avvenuta undici giorni dopo. Una gestione maldestra da parte delle istituzioni, forse perché la vicenda tallio, in quanto rara, è stata sottovalutata». Tensione alle stelle, poi, quando Mallegni ha illustrato il progetto del parco minerario elaborato dalla sua amministrazione. «Lombardi non sa di cosa parla – dice – perché non ha una mentalità da imprenditore ma da pensionato. Dice che il Comune paga 300mila euro l’anno di concessione mineraria mentre in realtà è solo di 36mila euro. Rivendico l’acquisto delle Edem, che all’epoca invocava anche Prc, e non è vero che non c’era un responsabile dato che era stato nominato Chiacchio. Lombardi ha reagito con inaudita cattiveria solo perché gli ho detto che ha scarsa propensione ad assumersi le responsabilità. Ed è grave che un capo gabinetto mi abbia poi aggredito quasi fisicamente, venendomi sul muso: se questa è la politica vado a vivere in Australia».

PAROLE che il capo gabinetto Maurizio Picchi liquida in due righe: «Ho semplicemente replicato agli urli che Mallegni aveva rivolto a Lombardi, interrompendolo mentre parlava». Ecco allora la molla che ha fatto saltare il sindaco giù dallo scranno. «Da quando sono state acquistate le miniere, cioè dal 2003 – replica Lombardi – ogni anno versiamo 300mila euro di concessione mineraria. Moltiplicati per undici anni fanno 3,3 milioni di euro: è stato un acquisto infausto oltre al fatto che fino al 2010 non hanno effettuato più niente né speso un solo euro. Nessun cartello, nessun sorvegliante, nessuna bonifica. Mallegni ai cittadini deve rispondere di questo: se vuole riavvolgo la moviola e glielo rispiego. Quella della sua giunta fu una scelta sbagliata, nonostante l’acquisto fu votato anche da tre consiglieri di minoranza. E’ stato offensivo, dicendo che non mi prendo mai le responsabilità: le prendo sempre, con fatti concreti, e non mi metta in bocca parole che non ho mai pronunciato». La scossa tellurica, insomma, c’è stata. Poi la gente, soddisfatta ma con gli occhi a fessura, è andata a letto.