Strage ferroviaria, il processo: la Procura rinuncia a un centinaio di testi

"Serve a ridurre i tempi del dibattimento". Restano in lista solo Della Valle, Sciarrone e Montezemolo

Familiari delle vittime della strage di Viareggio

Familiari delle vittime della strage di Viareggio

Viareggio, 5 marzo 2015 -   LA PROCURA rinuncia a un centinaio di testimoni. L’udienza di ieri al processo per la strage di Viareggio si chiude con un piccolo colpo di scena, annunciato al Collegio Giudicante (presiede il giudice Gerardo Boragine, coadiuvato dai colleghi Nidia Genovese e Valeria Marino) dai pubblici ministeri Salvatore Giannino e Giuseppe Amodeo. Più che le forbici, usano la mannaia per tagliare la loro lista testi. Il tutto con un obiettivo ben chiaro: cercare di ridurre i tempi del processo ed evitare che nel frattempo subentri la prescrizione. In sostanza i pubblici ministeri rinunceranno ad ascoltare tutti gli altri testi che dovevano ancora essere convocati, ad eccezione di tre persone: Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle e Giuseppe Sciarrone, soci fondatori di Ntv, nuovo trasporto viaggiatori, azienda concorrente delle Ferrovie dello Stato. Saranno tutti ascoltati nell’udienza di mercoledì prossimo. Poi si passerà ai testi delle parti civili e e successivamente a quelli difesa.

Il taglio, come ha specificato il Pm Giuseppe Amodeo, riguarda quattro famiglie di testimoni. La prima sono tutte le parti lese, cui la Procura rinuncia sia perché ci sono i referti medici a parlare per loro, sia perché figurano già nella lista testi delle parti civili. Fra quelli che ancora devono parlare in Tribunale, ad esempio, c’è sempre Marco Piagentini, simbolo della tragedia che ha colpito Viareggio il 29 giugno 2009. Lui in quel fuoco maledetto perse la moglie e due dei suoi tre figli.

Poi viene scartato dalla Procura un gruppo nutrito di testi tecnici (vigili del fuoco e altri) in quanto il quadro generale dell’accaduto è già stato esposto da chi li ha preceduti; vengono poi tagliati i testi così detti ‘documentali’ vale a dire quelli che hanno firmato delle relazioni che saranno perciò allegate agli atti del processo. Infine l’ultima famiglia di testimoni tagliati sono quelli considerati ‘superflui’, cioé che nulla a questo punto possono aggiungere a quanto trattato. Fra questi gli esperti di Rfi sulla misurazione delle rotaie. La loro testimonianza è considerata superflua, perché come rimarcato dal Pm Salvatore Giannino, è ormai appurato che l’incidente non è stato causato da un difetto delle rotaie, ma dalla rottura di un assile del primo vagone.