Strage di Viareggio, l’offensiva dei legali delle Ferrovie contro la Procura

Ma il consulente tecnico schiva i colpi LA PROTESTA DEI PARENTI / LA CITTA' RICORDA LA STRAGE / PARLA IL CONSULENTE DELLA PROCURA / FOTO / STRAGE, LA DIFESA PROVA A GIOCARE IN ATTACCO

Corteo della memoria (Archivio Umicini)

Corteo della memoria (Archivio Umicini)

Viareggio, 16 dicembre 2014 - Picchetto e zampa di lepre sono stati al centro del controesame del consulente della procura, l’ingegner Paolo Toni da parte dell’avvocato Gaetano Scalise che difende Enzo Marzilli, ingegnere di Rfi. E’ questa al momento la questione centrale del processo per la strage di Viareggio: capire che cosa ha provocato lo squarcio nella cisterna da cui è fuoriuscito il gpl. L’ingegner Toni ha ribadito con assoluta certezza che il taglio è stato provocato dal picchetto di segnalazione delle curve e non certo dalla zampa di lepre (elemento essenziale dello scambio) indicata come responsabile della tragedia dai consulenti di Fs e dai periti del Gip. Ovviamente tutte le domande dell’avvocato Scalise erano mirate a scardinare le convinzioni del consulente e a insinuare il seme del dubbio nel Collegio giudicante, presieduto dal giudice Gerardo Boragine, coadiuvato dai giudici Nidia Genovese e Valeria Marino. «Quando sono arrivato sul posto subito dopo che i vigili del fuoco avevano spento le fiamme – ha detto il professor Toni – abbiamo capito che a provocare lo squarcio potevano essere stati tre elementi: il picchetto, la zampa di lepre e la controrotaia. Ma fin da subito ho pensato al picchetto e questa mia convinzione è stata rafforzata da tutti gli accertamenti successivamente fatti».

L’avvocato Scalise ha provato a mettere in dubbio le ricostruzioni fatte da Toni con particolare riferimento all’impatto cisterna-picchetto; al riguardo ha mostrato due diapositive elaborate da Toni prima e dopo l’incidente probatorio. Scalise ha rilevato che la direzione dell’impatto non è la stessa. L’ingegner Toni ha spiegato che la prima diapositiva non teneva conto di aspetti che poi, dopo gli esiti dell’incidente probatorio, ha maggiormente approfondito. «Tali approfondimenti – ha spiegato – mi hanno permesso di elaborare la teoria secondo cui il picchetto ha impattato la cisterna nella parte anteriore. L’impatto ha consolidato il picchetto nel ballast e il picchetto stesso con la punta che emergeva ha poi tagliato la cisterna». L’avvocato Scalise ha sottoposto al consulente una serie di fotografie in cui il truciolo trovato all’interno della cisterna non coincide mai con il picchetto. L’ingegner Toni, anche accalorandosi, ha cercato di far capire che era improprio fare quell’accostamento. «Me ne può mostrare anche 3.000 di fotografie – ha detto – ma è normale che non coincidano, perché non può coincidere il truciolo con una punta del picchetto già deformata dall’impatto».

Corrispondenza che invece l’avvocato Scalise individua perfettamente fra zampa di lepre e truciolo. Ma anche in questo caso l’ingegner Toni ha una risposta adeguata. «Questa corrispondenza – ha detto – è soltantto casuale, o semplicemente non congrua, perché si sovrappone il truciolo nella sua parte finale con la zampa, quando invece andrebbe sovrapposta nella parte iniziale e a quel punto la corrispondenza non c’è più». L’ingegner Toni ha ribadito che la zampa di lepre non avrebbe mai potuto impattare la cisterna «perché si trova alla stessa altezza della ferrovia, perché è la boccola che la urta, percé non ci sono segni di abrasione lungo di essa». L'avvocato Francesco Ruggieri, difensore di due tecnici tedeschi della Junghental, ha soffermato la sua attenzione sulle vernici e sull’ossidazione degli assili. In base al manuale Evic ha evidenziato che ci sono tre livelli di difetti riscontrabili in un assile, dal caso grave in cui è prevista la rottamazione, a quello intermedio che prevede la revisione immediata a quello più lieve che prevede di aspettare fino alla prossima revisione. Toni ha confermato che l’assile fratturato era una situazione di media gravità che meritava pertanto di fermare il carro e mandarlo a revisionare.