Strage ferroviaria, il processo: "Solo un picchetto poteva forare la cisterna"

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La strage di Viareggio

La strage di Viareggio

Viareggio, 17 luglio 2014 - PAOLO Pollicino Cremonesi è l’ispettore della Polfer che ha assistito Angelo Laurino nell’inchiesta sulla strage di Viareggio. Si è autodefinito ‘Pollicino’ per chiarire meglio al Collegio giudicante il suo metodo investigativo. «Proprio come Pollicino — ha detto — abbiamo trovato gli indizi lungo la rotaia per vedere dov’era passato il convoglio e quello che era successo». E il suo certosino lavoro da Pollicino lo ha portato, il pomeriggio dopo quella notte del 29 giugno 2009, a infilarsi materialmente nella buca scavata sotto la cisterna della morte dalla fuoriuscita del gpl. «Un uomo sdraiato — ha detto — ci stava proprio comodamente», ha osservato mentre mostrava al giudice le foto che lo ritraevano. «E che cosa ha visto da lì sotto?», gli ha chiesto il pubblico ministero Salvatore Giannino. «Ho visto lo squarcio della cisterna. E da lì — ha sentenziato — si capiva bene che cosa aveva provocato quello squarcio. C’era solo un elemento che si intravedeva guardando in linea retta dallo sguarcio verso la stazione. E quell’elemento è il picchetto di segnalazione che, fra l’altro, spiccava bene perché era lucido nella parte superiore. Praticamente luccicava (come se fosse stato ripulito ndr). Qui e da nessuna altra parte doveva aver sbattuto la cisterna. E sul posto tutti i tecnici e gli esperti presenti ne erano più che convinti». Poi, come si sa è venuto l’incidente probatorio che ha invece stabilito che quello squarcio sarebbe stato provocato dalla zampa di lepre (vale a dire dal cuore dello scambio). Al riguardo l’ispettore Paolo Cremonesi si è affidato alla sua metodologia investigativa empirica. «Recuperando ciascun pezzo — ha spiegato al Collegio — siamo stati in grado di stabilire dove è passata ogni singola parte del treno. In corrispondenza dello scambio, e quindi della zampa, di lepre, abbiamo ritrovato la boccola (elemento della sottostruttura del treno) e una parte di essa era conficcata nella controrotaia. Significa che il vagone era passato in quel punto». Come dire, insomma: se un elemento della sottostruttura del treno è conficcato nella controrotaia, come ha fatto la sovrastruttura a rigirarsi su se stessa e squarciarsi su quella stessa controrotaia? Non contento, dopo l’esito dell’incidente probatorio, l’ispettore Cremonesi fece un’altra verifica empirica. Tramite un bastone chiamato Regolo effettuò delle misurazione «E mai esse coincidevano fra lo squarcio e la controrotaia». Fra l’altro Cremonesi è più che mai convinto che a determinare lo squarcio sia qualcosa che fuoriusciva nettamente dal piano della rotaia. L’avvocato di Moretti Armando D’Apote gli ha chiesto se la zampa di lepre è rialzata rispetto alla rotaia. Sicura la risposta: «No affatto, è sullo stesso piano».