Strage di Sant'Anna, la Procura di Amburgo archivia. Sconcerto e dolore a Stazzema

Gerhard Sommer ha 93 anni e per i magistrati tedeschi non può affrontare il processo

Sant'Anna di Stazzema (Umicini)

Sant'Anna di Stazzema (Umicini)

Sant'Anna di Stazzema (Lucca), 28 maggio 2015 - Gerhard di cognome fa Sommer, che in tedesco vuol dire "estate". Forse sarebbe stato più adatto "Blut", cioè sangue. Già, perché l'anziano signore in questione, il 93enne Gerhard Sommer, 71 anni fa era uno dei militari nazisti a comando della compagnia che macchiò con il "Blut", il sangue, la piccola Sant'Anna di Stazzema. Era il 12 agosto 1944. Era estate. Era Sommer.

Ricordare l'eccidio non sarà mai superfluo, ma in questa sede tralasciamo i particolari storici: sono facilmente reperibili sui libri di storia, sul web e negli atti processuali. Compresi quelli che non arriveranno mai nell'aula di tribunale di Amburgo dove Sommer avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di imputato. La Procura amburghese, invece, ha deciso di archiviare il procedimento. Un procedimento che era stato riaperto nell'agosto del 2014. Una piccola precisazione, doverosa: la decisione è stata adottata perché in Germania non è ammesso il processo per contumacia e poteva essere nell'ordine delle cose che un 93enne sarebbe stato ritenuto incapace di intendere.  Anche se si tratta di un uomo sul cui capo pende l'ergastolo rimediato in Italia. Anche se si tratta di un uomo accusato di uno dei crimini di guerra più odiosi della storia del nostro Paese.

Ovviamente non mancano le reazioni. All'Ansa, che ha dato la notizia dell'archiviazione, ha affidato le sue parole il procuratore militare di Roma Marco De Paolis, che in Italia istruì il processo conclusosi con la condanna all'ergastolo dello stesso Sommer e di altri 9 ex militari nazisti (nel frattempo morti) tutti accusati della strage di Sant'Anna di Stazzema. "Ma questa decisione, vista l'età dell'imputato, un po' ce l'aspettavamo", ha detto. "Non mi stupisco di questo epilogo, ma mi dolgo del fatto - afferma De Paolis - che la giustizia tedesca non sia riuscita a raggiungere lo stesso risultato di quella italiana. Una sentenza che avesse riconosciuto la responsabilità di Sommer avrebbe avuto un valore molto importante, non solo da un punto di vista giudiziario e di ristoro morale per i parenti delle vittime, ma anche storico". De Paolis si dice comunque "grato" alla magistratura tedesca e alla Procura di Stoccarda "grazie alla cui collaborazione siamo riusciti a istruire in Italia il processo e a portarlo a conclusione, con dieci condanne definitive all'ergastolo".

Gabriele Heinecke, avvocato del presidente dell'Associazione Martiri, Enrico Pieri, spiega meglio cosa è successo: "Lo psichiatra che ha valutato le condizioni di Sommer si è basato solo sulle dichiarazioni dello stesso Sommer e della figlia. Questo è l'errore. La Procura ha però stabilito che Sommer sarebbe condannabile per omicidio, se fosse in grado di intendere e di volere".

Di "scelta che lascia l'amaro in bocca" parla Laura Garavini, deputata del Partito Democratico eletta in Germania.

Più duro il sindaco Stazzema, Maurizio Verona: "Sono sconcertato ancora una volta perché i nostri superstiti, i nostri martiri restano senza la soddisfazione di vedere scritti i nomi dei criminali che hanno assassinato donne, vecchi e bambini". "Ai giovani che chiamiamo ad essere portavoce e costruttori di pace - ha continuato il sindaco - dobbiamo insegnare che i crimini contro l'umanità non vanno in prescrizione e ci sarà sempre qualcuno che non si rassegnerà ad occultamenti, cavilli burocratici ed altro per rimandare la giustizia. Oggi questo compito sarà un po' più difficile . Oggi si scrive una brutta pagina della nostra storia, è una giornata triste perché nessuno di questi criminali pagherà più per ciò che ha commesso. Per noi restano tali e continueremo a raccontare sempre di più questa storia, anche se senza una piena giustizia non ci può essere piena verità".