Carnevale: Vannucci presenta il suo "Chinatown Street"

Un bisonte, simbolo degli Stati Uniti d'America, si ribella all'avanzata economica della Cina. Questo il messaggio del carro di Roberto Vannucci.

Il carrista Roberto Vannucci

Il carrista Roberto Vannucci

Viareggio, 12 gennaio 2017 - Il ruolo  di nuovo padrone del mondo, la Cina, è evidente nel carro di Roberto Vannucci ‘Chinatown street’. Una «via della borsa immaginaria» che scardina l’ordine economico e politico e si traspone su Wall Street, la via della borsa di New York, la ‘big board’ che determina l’economia mondiale.

Roberto, raccontaci della tua nuova creatura...  «E’ un messaggio importante quello che nel carro ho voluto spingere a fondo perché ormai la Cina è la nuova super potenza. Ricordo che lo era stata fino a 125 anni fa, come indicano gli esperti del settore, per poi essere stata superata dagli Stati Uniti. E il carro mette in mostra un bisonte eletto a simbolo americano che, essendo diviso in tre sezioni, farà dei movimenti inconsueti, come per volersi liberare da questo nuovo giogo, da questo dominio opprimente dei nuovi padroni del mondo, dal punto di vista finanziario. E sulla pagoda che rappresenta ed immagina la Repubblica Popolare, ecco il simbolo della moneta Yuan. Troneggia così non solo sugli Stati Uniti, ma sopra il pianeta Terra. La potenza di quello stato che sembrava così lontano e sconosciuto solo pochi decenni fa, ora si sta imponendo ovunque e il primo a farne le spese è l’America. Ho voluto rappresentare tale nuovo ordine di cose con questo carro, rimarcando il fatto che tra pochi anni non si sentirà più parlare di Wall Street, ma di Chinatown Street, una sorta di nuovo ombelico del mondo dove si decideranno le sorti del pianeta».

Una visione orientaleggiante molto spinta. «E’ per me inevitabile, visto quanto è stato fatto fino ad oggi e quanto succederà nel prossimo futuro. Ma al Carnevale intendo portare un carro significativo e anche allegro e divertente, con figuranti vestiti come lo zio Sam e anche come soldatesse cinesi. Il tutto condito con musiche dei due paesi molto conosciute e accattivanti.» Walter Strata