Serenate, tramonti e pene d’amore. Renzo Arbore racconta Napoli alla Versiliana

"Ogni volta è un'emozione"

Renzo Arbore e la sua musica saranno protagonisti stasera alla Versiliana

Renzo Arbore e la sua musica saranno protagonisti stasera alla Versiliana

Firenze, 20 agosto 2016 - «LA SCALETTA del concerto? Ho voluto che coniugasse il nuovo e l’antico suono di Napoli: ci sono voci e cori appassionati, girandole di assoli strumentali, un’altalena di emozioni sprigionate dalle melodie della musica napoletana che evocano albe e tramonti, feste al sole e serenate notturne, gioie e pene d’amore».  Renzo Arbore è lui: l’unico. L’ironico, il delicato, il geniale artista dall’ispirazione meravigliosa, musa per almeno tre generazioni di musicisti, di artisti. Torna a grande richiesta in Toscana, dove è amatissimo, e questa volta sarà a Marina di Pietrasanta, al teatro della Versiliana stasera. Promessa mantenuta – in Sardegna sono ancora lì che applaudono e chiedono bis – ben tre ore di concerto entusiasmanti che ha registrato il sold out in tutta Italia. Arbore ma da quanti anni viaggia con l’Orchestra Italiana?  «Da 26 anni, un record di ogni orchestra del mondo, comprese quelle liriche e sinfoniche internazionali. Siamo sempre noi insieme, sì. Perchè sono recidivo e ne vado fiero. Sono un italiano, un italiano vero. Noi siamo praticamente sempre la stessa formazione che propone la musica napoletana italiana, che è adatta anche al pubblico straniero. E’ un orgoglio aver rilanciato la musica italiana e canzoni del passato con autori evergreen come Gersshwin e Cole Porter o gli inglesi degli anni ’60. Ma anche classici come De André e Dalla col suo Caruso». Quindi il collante è una tecnica? «Un po’ forse sì. Così ho rinnovato le canzoni napoletane, ma senza modificare le melodie ma con uno studio di tutta l’orchestra di internazionalizzare i ritmi e adattarli a questo tipo di canzoni. In un certo senso come aveva fatto Carosone». C’è una canzone che il pubblico sente in particolare?  «Quando attacchiamo con ‘Reginella’, vedo il pubblico di tutto il mondo cantarne a squarciagola il ritornello di questo celebre brano e, magicamente, farsi trasportare proprio là a Napoli nella terra da dove quelle emozioni sono partite. Per me è un’emozione grande sempre. E sempre diversa».  Arbore cosa ricorda della vecchia Versilia dei night? «Da ragazzo frequentavo Lido di Camiore, c’era tutta la musica buona dei night club che già allora amavo molto. Da Fred Buscaglione a Bruno Martino. Di sicuro in Versilia c’era più musica che non sulla riviera Adriatica dove c’erano le balere. Io mi ricordo benissimo la Bussola, la Capannina». Ma era un bambino... «Insomma: ero già sui 14 – 15 anni e in più nei night club non mi facevano neppure entrare. Stavo fuori perchè non avevo manco i soldi. Chi ci poteva entrare nei locali notturni erano i ricchi che si potevano permettere whisky e champagne». Un pensiero per Mariangela Melato. «Per prima cosa spero sempre che le dedichino il teatro Valle di Roma dove ha fatto la sua ultima impegnativa recita. Un teatro che si adatta alla sua personalità, antico e d’elite. Per me è ancora un grande punto di riferimento. Mariangela è presenza costante, è il parametro per le mie azioni, le mie cose e i miei lavori, anche per accettare un impegno o no. Come frequentare o meno certe persone. E’ ancora come se lei mi giudicase e mi consigliasse: aveva codici che mi ha comunicato. E su questi oggi baso molta della mia vita».