Lo show-biz italiano secondo Guidi. Un libro del patron della Capannina

Il volume sarà presentato in Capannina il 28 luglio da Gigi Marzullo

Gherardo Guidi con la moglie e la figlia

Gherardo Guidi con la moglie e la figlia

Viareggio, 19 luglio 2017 - LO COMMUOVE il ricordo di Oriana Fallaci che fu sua ospite in Versilia: «E’ stato educativo e indimenticabile ascoltare le parole di questa donna così intelligente che sapeva sarebbe morta da lì a poco, che voleva bagnarsi l’ultima volta nell’acqua del suo mare. Le avevo promesso che mai l’avrei rivelato. Ma ora, dopo dieci anni di silenzio, sono certo che mi perdonerebbe».

Gherardo Guidi è quasi un marchio: un manager per i protagonisti dello spettacolo, per nomi come Mike Bongiorno e Gino Paoli, e per artisti del calibro di Ray Charles e Grace Jones che grazie ai suoi locali sono stati in Toscana per la prima volta. Guidi oggi vuol dire Capannina, ma anche, insieme, scopritore di talenti sbocciati dentro ai suoi locali. Deve tanto lo spettacolo italiano, a questo imprenditore sui generis, generoso e bizzarro che dal 1959 non si è più fermato. Tanto da sentirsi in dovere di scrivere, a grande richiesta, un libro con le sue storie fantastiche, specchio di un’Italia romantica ormai sparita. Il volume, curato dal collega Gianluca Tenti, si intitola «Così ho sedotto la notte» ed è edito da Polistampa. Una lunga lista di personaggi ancora oggi sono a ringraziarlo per la possibilità che Guidi ha offerto loro in tempi dove non esistevano talent e la televisione era poca e stantìa. Come il cast degli attori di Sapore di Mare e gli artisti di Aria Fresca.

L’imprenditore toscano, Grande Ufficiale della Repubblica, ripercorre in queste pagine appassionate una storia umana e professionale iniziata negli anni ‘60 nella sua Castelfranco di Sotto. Ricordi comuni a intere generazioni scorrono nei capitoli del libro – prefazione firmata dal collega Enrico Salvadori – che dà una svolta alla storia del divertimento in Italia. Partendo dalla provincia di Pisa spostandosi poi, con le gemelle Kessler al Carillon in Versilia, nel 1970. O con artisti come Renato Zero e Amanda Lear a Firenze, nel locale I Tigli.

«Il 1977 è l’anno della svolta – spiega Guidi –. Perché pensai di rilevare la Capannina di Forte dei Marmi, il più antico indirizzo notturno d’Italia, in attività dal 1929». I giganti dello spettacolo internazionale fanno la fila per lui: vincono i suoi modi accattivanti e diventa più un manager che un proprietario di locali anche se si assicura la Bussola di Focette. Una storia lunga e ancora aperta, punteggiata di personaggi nati sui suoi palscoscenici che si chiamano Conti, Panariello, Pieraccioni. E oggi è qui che ferma le immagini di una vita attraverso la letteratura. Per attivare, da vero manager, sempre un secondo sguardo.