Mercoledì 24 Aprile 2024

Ufficiale: Lombardi non si ricandida più

"Non ci sono più le condizioni politiche e umane". Ora il Pd deve trovare due accordi

Il sindaco Lombardi

Il sindaco Lombardi

 

 

Pietrasanta, 26 novembre 2014 - L’AVEVAMO ipotizzato tempo fa nei vari servizi sul toto-sindaco, ma i fatti andarono in un’altra direzione. Pochi giorni fa invece il ribaltamento è stato totale e le lancette, come d’incanto, sono tornate indietro di un mese. Il sindaco Domenico Lombardi dalla prossima primavera tornerà infatti a dedicarsi ai bimbi in ambulatorio e alle sue poesie in quanto ieri pomeriggio ha comunicato ufficialmente alla segreteria del Pd la volontà di rinunciare a ricandidarsi alle prossime elezioni amministrative. «Non ci sono le condizioni politiche e umane», ha specificato nella sua missiva, parole oltre le quali non è stato possibile andare vista la sua decisione di non rilasciare alcuna dichiarazione. Lo farà sicuramente venerdì sera, quando alle 21,15 il direttivo del partito si riunirà ala sede di via San Francesco e Lombardi darà tutte le spiegazioni del caso. Le lancette, dicevamo, sono tornate indietro, con il Pd che dovrà ancora una volta avviare un percorso che porti innanzitutto alla scelta di un proprio candidato, con o senza primarie interne, e in seconda battuta alla condivisione del nominativo con le altre forze di centrosinistra, anche in questo caso senza scartare l’ipotesi delle primarie di coalizione. Una scadenza è già stata fissata: entro Natale.

IL SINDACO ha ufficialmente comunicato la sua decisione ieri con una lettera al segretario del Pd Antonio Orsucci. «Lombardi ha rinunciato alla candidatura per un secondo mandato amministrativo – scrive – avallata durante l’ultima assemblea del direttivo comunale del partito. Nella lettera con cui ha comunicato la sua decisione, il sindaco afferma che non ci sono le condizioni politiche e umane per iniziare questo nuovo percorso e ringrazia il Pd per la fiducia dimostrata. Lombardi ritiene inoltre che la coalizione debba procedere unita in questa tornata elettorale e che ogni sforzo debba essere fatto in questa direzione, al di là di personalismi e legittime ambizioni. Prendiamo atto con rammarico della notizia, rispettiamo la decisione di Domenico Lombardi e le motivazioni che la accompagnano, lo ringraziamo per il lavoro sin qui svolto e continueremo a sostenerlo con determinazione fino al termine del suo mandato. E’ nostra ferma intenzione – conclude la segreteria – stabilire al più presto, all’interno del nostro partito e in accordo con gli alleati e con chi vorrà collaborare, le tappe del percorso che auspichiamo porti nel più breve tempo possibile alla scelta del nuovo candidato sindaco e alla proposta politico-programmatica della coalizione di centrosinistra».

IL PRIMO atto si consumerà venerdì sera. Oltre all’attesissimo discorso di Lombardi, all’ordine del giorno c’è infatti una discussione sul nuovo percorso che porterà alle prossime elezioni comunali. «I tempi si sono fatti più stretti – sottolinea Orsucci – e pertanto vorrei che si arrivasse a definire il nome del candidato prima di Natale». Ma la serata di venerdì potrebbe segnare un altro ritorno al passato, non remoto ma recentissimo, cioè un probabile annuncio dell’ex vice sindaco Luca Mori a ricandidarsi in pompa magna. Ci aveva già provato dicendosi disponibile a fare le primarie, ma l’assemblea del Pd a maggioranza aveva ritenuto opportuno puntare sul sindaco uscente, per una forma di rispetto verso Lombardi e per non disconoscere cinque anni di mandato nonostante i crescenti mal di pancia di Prc, Sel e Pdci. All’indomani della votazione dell’assemblea, ossia il 23 ottobre, Mori si era quindi dimesso da vice sindaco vista l’impossibilità di giocarsela ma questo ennesimo colpo di scena lo ha «riabilitato» in un nanosecondo. Quanto agli alleati, hanno dichiarato tutti di essere cascati dalle nuvole in merito al buen retiro di Lombardi, ma si dicono pronti a ricominciare anche loro daccapo: prima alla finestra per capire che direzione prenderà il Pd, poi in prima persona consultandosi tra di loro e con il Pd. Il triplice finale è sempre lo stesso: candidato unico, primarie di coalizione oppure andare da soli.  Daniele Masseglia