Selfie? No, grazie. A Forte dei Marmi l'hotel di lusso li vieta

Vietate le aste per farsi l'autoscatto e promozione di un "uso moderato" dello smartphone: ecco come funziona il contratto per chi soggiorna nel lussuoso 5 stelle versiliese

Madonna con la foto "no selfie"

Madonna con la foto "no selfie"

Forte dei Marmi, 2 giugno 2015 - Il celebre hotel Byron di Forte dei Marmi è probabilmente il primo hotel italiano a bandire il selfie e promuovere un uso moderato dello smartphone. Al bando dunque i selfie-stick, bastoncini per i selfie, secondo il Time una delle 25 migliori invenzioni del 2014, che ormai affollano le piazze delle città artistiche e vengono impugnati come spade dai turisti, sempre in posizione e pronti a scattare - o colpire - incuranti della folla circostante. Basta guardare qualche numero: gli italiani che si connettono regolarmente a internet sono il 71%, oltre la metà della popolazione (52,8%) tramite smartphone e più di un quarto avendo tra le mani un tablet (26,6%). Ogni giorno in Italia vengono scattati ben più di un milione di selfie, 2,2 la media di autoscatti che ogni persona si fa al mese, ben il 55% degli italiani dichiara di aver scattato un selfie almeno una volta al mese (fonte: Censis, marzo 2015).

A partire da giugno e per tutta la stagione estiva, dunque, ogni cliente che soggiornerà nel lussuoso ed elegante hotel 5 stelle dell’Hotel Byron dovrà deporre come dire le “armi” e firmare un accordo con il padrone di casa, Salvatore Madonna, per seguire alcune semplici regole del buon senso e del buon gusto. Quali sono? Lasciare alla reception il famigerato selfie-stick custodito in una apposita stanza ma sempre a disposizione fuori dall’albergo; spegnere il telefono al ristorante, per godere in tranquillità anche dei piatti e della buona cucina italiana famosa in tutto il mondo preparati dallo chef Andrea Mattei; tenere il cellulare in modalità silenzioso negli ambienti comuni, quali la terrazza panoramica, affacciata sul giardino secolare dell'hotel; abbassare il volume della suoneria in piscina dove gli ospiti amano trascorre intere giornate immersi nella lettura o nella amabile conversazione dai toni pacati.

Il tutto sotto il rigido ma discreto occhio vigile di un “guardiano anti-selfie” che controlla e interviene quando necessario per ricordare le regole di casa. Questione di privacy? Anche, ma non solo. L’Hotel Byron si sa è frequentato da personaggi del calibro di Naomi Campbell, Daniel Craige e Donatella Versace, ma non è semplicemente per difendere l’immagine dei vip che è stato pensato il divieto.

Al primo posto, secondo Salvatore Madonna, c’è proprio il desiderio di limitarne l’uso smodato e il rispetto degli altri che va tutelato con ogni mezzo anche a fronte di qualche critica o lamentela momentanea. Già molte località estere e italiane ne hanno vietano l’uso, in particolare nei musei e nelle principali gallerie d’arte come la National Gallery di Londra e il Museum of Modern Art di New York. “In Italia foto e selfie sono vietati nelle sale e nei corridoi degli Uffizi di Firenze e al Colosseo e in quasi tutti musei, perché non bandirlo anche in un albergo?

"Da qui è nata la mia idea – commenta Salvatore Madonna - Intendiamoci non sono contro la tecnologia, è uno strumento indispensabile ma va usato con moderazione. Bisogna tornare a godersi la semplicità e la bellezza dei luoghi che ci circondano senza voler ogni volta esagerare. In fondo ai miei clienti chiedo solo di rispettare qualche regola di buon senso. Ho ancora nella testa le immagini volgari e fuori luogo scattate da Katy Perry che si è divertita a deridere i tesori toscani con i suoi autoscatti, emulati nel giro di pochi minuti da migliaia di turisti e ragazzini impazziti. Sì forse è anche per via di quell’episodio che ho deciso di sensibilizzare i miei clienti”.

Ma non è la prima volta che l’Hotel Byron dispensa consigli. Lo aveva già fatto l’anno scorso attraverso il video realizzato dal massmediologo Klaus Davi con la bella Ludmilla Radchenko e rivolto ai russi. Delle semplici dritte di galateo e consigli di bon ton che hanno fanno imbestialire il popolo russo della rete ma anche sollevato complimenti da parte di molti media internazionali tra cui il quotidiano Die Wel che ne ha elogiato l’idea perché il buon senso e lo stile non hanno prezzo. Non ultimo il programma Digital Detox, lanciato e messo a punto l’anno scorso dall’Hotel Byron insieme allo psicologo multilingue, il professor Ezio Benelli che, all’occorrenza, “cura” gli ospiti dalla dipendenza da i-Phone, smartphone e tablet con un percorso studiato su misura.