Ron si racconta in musica e parole al teatro di Pietrasanta

Teatro gremito per l'incontro "Due voci e una chitarra" con il cantautore Ron / LE FOTO DELLA SERATA

Ron con Marino Bartoletti (foto A. Fabbrini)

Ron con Marino Bartoletti (foto A. Fabbrini)

Pietrasanta 25 aprile 2015 - “Pietrasanta … una città per cantare”. E’ proprio il caso di dirlo, usando le parole di Ron, dopo il successo che si è consumato Teatro Comunale della Piccola Atene, cuore pulsante della città incorniciato dalle colossali sculture di Igor Mitoraj. In una sala gremita e attenta, ma soprattutto emozionata, Ron, solleticato da Marino Bartoletti, ideatore e gran cerimoniere di “Due voci e una chitarra” - kermesse firmata dalla Fondazione La Versiliana insieme al Comune di Pietrasanta e organizzata da Franca Dini - si è lasciato andare in un fiume di ricordi ed episodi a tratti carichi di emozione, a tratti esilaranti – solcando i suoi 45 anni di intensa carriera. Col suo volto fresco che lo fa sembrare ancora un ragazzino, Ron si è raccontato dagli albori, con la partecipazione ai primi concorsi dove andò giovanissimo accompagnato dal padre, “uomo molto rigoroso e disciplinato – che rimase quasi shoccato quando alla casa discografica RCA si trovò di fronte un già stravagante Renato Zero in abiti leopardati e occhiali con le luci a intermittenza, e un Lucio Dalla tutto ingessato dalle caviglie fino al collo per un incidente in macchina.

Da lì i primi successi, le partecipazioni al Festival di Sanremo, le collaborazioni con i più grandi artisti della canzone italiana, fino al memorabile tour Banana Republic con Lucio Dalla e De Gregori e a quello con Fiorella Mannoia, Pino Daniele e lo stesso Francesco De Gregori. Tante le canzoni, scritte per altri o scritte per sé, che Ron ha regalato al pubblico di Pietrasanta, interpretando ogni brano con quella passione coinvolgente che lascia emergere il grande amore per la musica: da Piazza grande, a Pà diglielo a Mà, a Il gigante e la bambina, Joe Temerario, L’uomo delle stelle, Un abbraccio unico, Il mondo avrà una grande anima, con un accenno commosso a “Quando” in omaggio a Pino Daniele.

Ron ha anche regalato versioni assolutamente inedite di 24mila baci che cantò agli esordi e di Father and son dedicata a Cat Stevens. Rosalino Cellamare, con quel suo soprannome dato da Lucio Dalla che è subito divenuto il nome d’arte, ha fatto sorridere e cantare il pubblico con “Attenti al lupo” successo da un milione e mezzo dischi, ispirato dalle finestrelle della sua stessa casa e dalla nonna materna “una grande amica che voleva sapere tutto di me e mi ascoltava guardandomi con gli occhi spalancati. Lucio Dalla volle quel testo che io avevo scritto su un pezzo di carta e mi convinse che se gliela avessi data avremmo venduto un milione di copie. Che poi furono appunto un milione e mezzo per quella canzone che era diventato quasi un tormentone come la lambada e che tutti cantavano, anche gatti”. Ma è stato su Non abbiam bisogno di parole e Vorrei incontrarti tra cent’anni che Ron ha emozionato il pubblico, accompagnato dalla violoncellista Giovanna Famulari, artista eclettica e dotata di una vocalità straordinaria che ha duettato con lui e lo ha accompagnato al violoncello. Una serata che Marino Bartoletti ha voluto dedicare a Lucio Dalla e che Ron ha scelto di concludere con Cara, tra brividi e le ovazioni del pubblico. Due voci e una chitarra tornerà in scena al Teatro Comunale di Pietrasanta venerdì 5 giugno con Roby Facchinetti.